Pubblicato “Fra contadini. Dialogo sull’anarchia” di Errico Malatesta.
Dall’incipit del libro:
“Beppe. – Toh, guarda chi vedo! è un pezzo che ti avrei voluto parlare e son contento d’incontrarti… Giorgio che mi fai sentire! Quando stavi al paese eri un buon figliolo, il modello dei giovani della tua età. Oh! Se fosse vivo tuo padre.
Giorgio. – Beppe, perché mi parlate così? Che cosa ho io fatto per meritare i vostri rimproveri? e perché il mio povero padre dovrebbe essere scontento di me?
Beppe. – Non ti offendere delle mie parole, Giorgio. Io sono vecchio e parlo per tuo bene. E poi, ero tanto amico del vecchio Andrea, tuo padre, che a vederti fare una cattiva riuscita, mi dispiace come se tu fossi mio figlio, massimamente quando penso alle speranze che tuo padre riponeva in te, ed ai sacrifizii ch’egli ha fatto per lasciarti un nome intemerato.
Giorgio. – Ma che dite, Beppe? Non sono io forse un onesto lavoratore? Non ho mai fatto male a nessuno, anzi, scusate se lo dico, ho sempre fatto quel po’ di bene che ho potuto: perché mio padre dovrebbe arrossire di me? Faccio di tutto per istruirmi e migliorarmi: cerco, insieme ai miei compagni, di portar rimedio ai mali che affliggono me, voi e tutti: dunque, Beppe mio, in che cosa ho meritato i vostri rimproveri?.”
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