Pubblicato nel 1923 sulla rivista “Comœdia” fondata e diretta da Mario Mariani – e mai più ripubblicato – è la prima opera di impegno più solido di Gherardi dopo alcune esperienze prevalentemente nell’ambito del teatro dialettale e del teatro sperimentale bolognese.

Il tema centrale è quello, emergente dalle problematiche suggerite dal dopoguerra, del rapporto tra conoscenza, progresso scientifico e fede o imperativo morale. Lo scienziato Carlo Panteo, che già durante la guerra aveva avuto un ruolo non secondario mettendo a punto l’utilizzo di gas asfissianti, studia la possibilità di avere energia dai raggi solari. Ma quando la scoperta è ormai cosa fatta viene attanagliato da una crisi di coscienza che lo induce a desistere.

Ogni aspetto della conoscenza teoretica gli sembra ora vana di fronte al mistero divino. Attorno a lui un discepolo, Maurizio, e un industriale, Roberto Trezzi, che già aveva aiutato Panteo anni addietro introducendolo nel mondo dei rapporti tra scienza e industria. Entrambi premono per l’utilizzo e lo sfruttamento economico della scoperta. Tra i tre i rapporti sono resi ancor più complessi intersecandosi con la personalità complessa e sofferta di Elena, moglie dello scienziato.

Dopo Ibsen e De Curel anche Gherardi fornisce il suo contributo al “teatro delle idee” trasportando sulla scena un dibattito ideologico. Vertigine suscitò ampia discussione, consenso e pure qualche riserva da parte della critica per l’eccesso di considerazione filosofica che appanna la drammaticità che dovrebbe scaturire dall’evidenza scenica.

Rappresentato per la prima volta al teatro Carignano di Torino dalla compagnia di Amedeo Chiantoni.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

ATTO PRIMO
La scena rappresenta uno studio. Molti libri, una scrivania ampia con telefono. Due porte: una a destra che mette nell’appartamento e una in fondo a destra che serve all’entrata e all’uscita dei personaggi. Una in fondo a sinistra mette nel gabinetto di lavoro del professor Carlo Panteo.

SCENA I
MAURIZIO poi ROBERTO

MAURIZIO – (è seduto su una poltrona nell’atto di attendere. Ha il cappello deposto in una poltrona vicina e tra le mani il bastone col quale gioca oziosamente. Rimane molto sorpreso ed imbarazzato all’entrata improvvisa di Roberto Trezzi. I due uomini sono molto dissimili. Maurizio Moldeno è elegante e distinto nei modi. Roberto Trezzi non manca di eleganza, ma dimostra una certa grossolanità per il troppo amore all’oro, che ostenta al panciotto e alle dita, abbondantemente, pesantemente. Appare, d’altra parte, uomo pratico e positivo).
ROBERTO – (che è entrato violentemente) Ah, finalmente ti trovo!
MAURIZIO – Oh, chi si vede?! Di dove salti fuori?
ROBERTO – Da un letto d’ospedale. Ti ho cercato tutta mattina… Non resti più in casa alla mattina?
MAURIZIO – Da quando sei arrivato?
ROBERTO – Questa notte… Senti, ho bisogno di parlarti, ho bisogno urgente di parlarti. Andiamo di là…

Scarica gratis: Vertigine di Gherardo Gherardi.