Il Bhagavad-gita appartiene alle grandi storie, descrive un cammino di riunificazione spirituale tra il corpo e la dimensione del sacro, che si incontrano in una grande metafora. È il canto del Signore supremo, dell’Assoluto come suprema manifestazione e suprema essenza.
Il Bhagavad-gita è una storia inserita dentro una storia, il Mahabharata. Nella visione ciclica del tempo, siamo alla fine di un’era cosmica, quando è avviato il processo verso la dissoluzione. Il mito centrale è una condizione di conflitto, una serie di vicende che portano a una guerra tra due famiglie di cugini, i Kaurava e i Pāndava, discendenti di Bharata, rivali per la successione al trono di Hastinapūra capitale del regno di Kuruksetra. La battaglia inizia, i due eserciti sono schierati; in mezzo il carro di Arjuna, il guerriero che ha il compito di dare l’inizio; il carro è guidato dall’auriga Krsna, una incarnazione di Visnu stesso. Arjuna è preso da un forte turbamento, non se la sente di uccidere i suoi parenti e amici e dice di non voler combattere.
Per risolvere la sua angoscia, mentre il tempo si ferma, Krsna gli spiega la reale essenza delle cose, nella forma di un dialogo con l’Assoluto e quindi di un supremo dialogo con sé stesso. Arjuna è confuso, deve seguire il suo giudizio o il suo destino di guerriero che lo porta all’azione? Krsna dice che in realtà le due vie sono uguali: il divenire non si arresta con la non azione ma con la riunificazione spirituale. Il turbamento di Arjuna viene dai suoi attaccamenti, e solo staccandosene può contribuire a salvare il mondo: la vera rinuncia è al desiderio, non all’azione; se si combatte senza passione l’azione diventa sacrificio rituale. Nel corso del dialogo Arjuna scopre che Krsna è il Divino e che il divino è l’Assoluto, ciò che è oltre ogni manifestazione; inoltre l’Essere Divino Assoluto e sé stesso, la propria anima individuale, sono la stessa cosa.
La riunificazione spirituale o yoga per pervenire alla conoscenza e alla consapevolezza segue tre modalità: 1) la visione della relazione dinamica tra l’Assoluto e il relativo; 2) la visione diretta dell’Assoluto; 3) il percorso delle tre vie di sviluppo progressivo: – Karma yoga la via dell’azione; – Jñāna yoga la via della conoscenza; – Bhakti yoga la via della devozione amorosa. La fede non è un credo ma il risultato dell’evoluzione del Sé.
Quindi Krisna riconduce Arjuna al suo agire, nel cuore della battaglia.
Sinossi a cura di Cristina Rosanda
Dall’incipit del libro:
Il poema filosofico-religioso, del quale qui diamo la versione, è la vera Bibbia dell’India e colla sua sublimità conquise, appena fu conosciuto in Occidente, gli spiriti più eletti. Alla versione inglese del Wilkins del 1785, la prima pubblicata d’un’opera sanscrita, seguirono altre e in inglese e in altre lingue, ma vuoi per l’arduità del contenuto, vuoi perchè l’Indologia, contando appena poco più d’un secolo di vita, fornisce a poco a poco il materiale necessario a intenderne il senso, siamo ancor lungi dal possederne l’interpretazione definitiva. Nel preparare questa, che ora do alle stampe, ho cercato di far mio prò delle fatiche altrui e di portare il contributo del mio lavoro personale. Ho però tralasciato, tranne pochissimi casi, di rilevare nelle note i luoghi interpetrati in modo nuovo, sopratutto per non aumentare colla mole del libro le spese di stampa, come pure di diffondermi troppo nel commento. Nella versione mi sono studiato di esser fedele ricalcando sull’originale parola per parola il periodo italiano e per essere più oggettivo ho tradotto in prosa. Tra parentesi quadre ho aggiunto le integrazioni al testo, tra parentesi angolari le equivalenze.
Anzichè dare sparpagliatamente nel commento spiegazione dei nomi degli eroi del Mahâbhârata, mentovati nel nostro testo, ho fatto precedere la mia versione da un riassunto di questo poema, acciocchè anche si comprenda come il Canto Divino si innesti su di esso.
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