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Nell’ambiente contadino della Sicilia di fine ottocento i personaggi che arrancano sui gradini più bassi della scala sociale hanno tuttavia la dimensione umana di una esistenzialità ferocemente offesa; le loro sofferenze li pongono ai margini della storia ma le angosce che li caratterizzano consentono una vita interiore che, forse, in ambienti più privilegiati fatica di più ad emergere. È questo andare oltre alla dimensione economica della sofferenza che caratterizza questi racconti che si collocano letterariamente nell’ultima stagione del verismo.
Parallelamente a una situazione di crescente tensione sociale – ricordiamo per esempio le rivendicazioni del movimento dei fasci siciliani – degli ultimi decenni dell’ottocento, anche con Verga e Capuana il verismo imbocca una percorso più attento alle problematiche psicologiche, che apre la strada all’inquieta scrittura novecentesca che si andava sviluppando in Sicilia. Di Varvaro e di questa sua opera prima, che ebbe discreto successo al suo apparire, parla Capuana nell’Isola del sole, definendo l’autore “uno dei più interessanti dell’ultima stagione del verismo”.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit del libro:
Un diavolio a casa Lojano!
Se don Francesco avesse visto ancora gironzare Masi vicino a casa sua, non sarebbe finita bene. Ci voleva del coraggio! Uno che non guadagnava nemmeno di che sfamarsi, che ancora, potea dirsi, non avea peli sulla faccia pensava a innamorargli la figliuola. Già… era passato il tempo in cui a vent’anni non si conosceva la malizia…
Ma alla ragazza, tutte queste chiacchiere erano entrate da un orecchio e uscite dall’altro.
Il giorno in cui gliene avevano parlato, ella era dapprima rimasta muta, cogli occhi sul lavoro, agucchiando, come se il discorso non la riguardasse; però quando intese dire che il padre di Masi l’aveva chiesta in isposa per il figlio e gli era stato fatto un rifiuto senz’altro, gettò il lavoro per terra, guardò un momento suo padre e poi scoppiò in pianto, gridando fra i singhiozzi, come una furia:
— Lo voglio!… Lo voglio!… Lo voglio!…
Una scena che aveva commosso di tenerezza sua madre, la quale sapeva pur troppo quello che vuol dire un amore contrastato, perché anche lei avea pianto e s’era disperata quando non le avevano voluto dare don Francesco; ma poi la cosa era riuscita perché c’era stata la volontà del Signore. Perciò, vedendo la Marietta che si strappava i capelli e pestava i piedi, con la faccia rigata di lacrime, s’era messa a confortarla:
— Non piangere!… Che ci guadagni?… Raccomandati piuttosto alla Madonna… alla morte soltanto non vi è rimedio… figliuola mia!…
Scarica gratis: Anime deboli di Giuseppe Varvaro.