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Prima del suo progressivo stemperarsi in varie discipline (ma soprattutto nella psicanalisi e nell’antropologia), la fisiognomica, una teoria pseudoscientifica che fin dall’antichità pretendeva di poter desumere il carattere e il comportamento dell’individuo dal suo aspetto esteriore e in particolare dai lineamenti del suo volto, toccò l’apice della considerazione con Johann Caspar Lavater (1741-1801), un pastore protestante, filosofo e teologo svizzero, che ne rinnovò i principi fondanti per conciliarla in un impossibile connubio con i canoni della morale cristiana e del pensiero razionalistico.
Della sua opera principale, edita nel 1772 e tradotta in varie lingue, è qui presentato il secondo volume dell’edizione italiana del 1811, interamente dedicato alle donne e articolato in una sequenza di 30 silhouette completata da una essenziale descrizione dei rispettivi tratti somatici, a sua volta conclusa da un apprezzamento caratteriale per ogni singolo soggetto. In un’epoca ancora lontana dalle analisi biometriche, era inevitabile che il discorso sull’origine e la natura dei comportamenti umani finisse col subordinarsi al metro di un giudizio moralistico, che nelle suggestioni pietistiche del Lavater si unisce ai condizionamenti di una sottile ma pervasiva misoginia di fondo.
Sinossi a cura di Giovanni Mennella
Si ringrazia il sig. Giuseppe Valentini, della Domus Pasotelli-Romani di Bozzolo (Mn), che ha messo a disposizione le immagini del volume.
Dall’incipit del libro:
Che cosa è mai quella simpatia che esister sembra fra noi e certe persone che vediamo per la prima volta? Che cosa è quell’istinto che c’induce ad allontanare da noi e persino a fuggire tutto ciò che può esserci dannoso? La natura accordò questo istinto a tutti gli animali; il bambino ne risente la forza sin dalla culla; s’intimorisce egli e trema all’aspetto di un volto minaccioso, e ancora ignora quali siano gli effetti della collera. Preso entro giusti limiti, questo istinto non c’ingannerà mai; ma quanto è mai difficile il non confondere talvolta la bellezza colla virtù, e la più grande laidezza col vizio? Allora è che l’arte del fisonomista viene in nostro soccorso, e c’insegna che l’espressione della virtù, dell’innocenza, del candore, al par di quella del vizio, dipende da certi tratti caratteristici ch’è d’uopo conoscere perfettamente.
Quando l’ingenuo sorriso di una giovane beltà c’incanta, quando gli occhi, la bocca e tutti i di lei tratti perfettamente d’accordo fra loro ci presentano l’immagine dell’ingenuità e dell’innocenza, allora si può con fiducia supporre ch’ella possegga tutte queste insigni doti; ma se il di lei sorriso ha pur un non so che di forzato e di mendace, se talun de’ suoi tratti, presentando, per così, dire, una dissonanza di espressione, annunzia un segreto sentimento ch’essa cerca invano di tener celato, cessa l’incanto seduttore, ed un sentimento che mal si può definire par che ci vieti d’accordarle la nostra stima, la nostra confidenza. Quanto però è grande la difficoltà di ben penetrarsi di tutte queste piccolissime varietà! Pure il fisonomista deve appunto riporre ogni suo studio in paragonarle fra di loro, in ponderarle esattamente, e bene spesso in tale studio è giovevol compagno l’istinto naturale.
Scarica gratis: Il Lavater delle donne, o sia L’arte di conoscere le femmine dalla loro fisionomia di Johann Caspar Lavater.