(voce di SopraPensiero)

Attingendo da antiche leggende liguri, racconti tramandati oralmente e fatti di cronaca di fine ’800 e rielaborando il tutto in modo abbastanza originale e lasciando trasparire in maniera evidente la tendenza simbolista che già aveva caratterizzato i suoi lavori poetici, De Rubris offre ai lettori questa raccolta di racconti dove la dura vita agricola dell’entroterra ligure (inteso geograficamente e non “amministrativamente”; molte vicende sono collocabili nell’attuale “basso Piemonte”) è appena di striscio toccata dalle nascenti idee socialiste (che l’autore non vede con occhio favorevole) e rimane ancorata alle tradizioni dell’onorabilità del nome.

Qualche svarione geografico (la confusione ad. es. tra la Valle Stura di Demonte con la Valle dello Stura affluente dell’Orba) fa pensare che De Rubris non conoscesse poi troppo bene le terre che descrive comunque con precisione e con linguaggio che appare adatto alle atmosfere sempre piuttosto tenebrose.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

Con a sfondo la limpidezza dell’aria adamantina, su la via delle comunaglie comparve d’un tratto – allo svolto – la vecchia settantenne: ancora svelta nel vivere avanzato, e bella d’un candor latteo. Bella Girò!
Del suo passato, nulla oggi; forse, dimani, molto.
Ma la femmina sapeva tutto il fascino della sua persona, perchè tra quella gente rude la parola facile, con lusinghiere modulazioni armoniose, sapeva blandire ogni miseria ed alleviarla; perchè la freschezza longeva delle sue carni bianchissime davale una strana simiglianza di marmo, da figurare – a tempo – una statua della Vergine; e perchè la cura innata di vestire sempre a nero, là, nella povera campagna solitaria, era come segnacolo di superiorità.
E Girò tutto sapeva: la mite vecchietta ammaliava con la voce fresca e limpida qual sorgiva di puro bene, penetrava con lo sguardo buono e misterioso, affascinava con la grazia della piccola persona snella, e con l’età e con il senno. Animo in ogni vicissitudine della vita praticissimo, foggiato di bizzarro essere il suo senso sembrava celare ad arte la sua istoria per darsi un non so che d’arcano: quasi per distinguersi anche più tra le donne della valle.
Tutti credevan sapere; ma nessuno conosceva veramente la sua gioventù.

Scarica gratis: Nostre memorie di Marcus De Rubris.