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Seconda editione. In Firenze : apresso Cosimo Giunti, 1612
Il testo è presente in formato immagine sul sito della Biblioteca digitale del Museo Galileo (https://bibdig.museogalileo.it/Teca/Viewer?an=300952) e sul sito e-rara (https://www.e-rara.ch/zut/content/titleinfo/3999116/).
È stato trascritto fedelmente il testo originale, compresi i refusi di stampa, ed è stata mantenuta la grafia originale, senza modernizzazioni. L’unico intervento ha riguardato le abbreviazioni antiche o “tituli” che sono state sciolte nella loro forma estesa (es. che o chi per c; contradizioni per cōtradizioni, ecc).
Il medesimo testo, modernizzato, è presente nel volume quarto dell’edizione nazionale delle Opere di Galileo, pubblicato su https://www.liberliber.it/.
Note a cura di Claudio Paganelli
Dall’incipit del libro:
Perch’io sò, Principe Serenissimo, che il lasciar vedere in pubblico il presente trattato, d’argomento tanto diuerso da quello, che molti aspettano e che, secondo l’intenzione che ne diedi nel mio Auuiso astronomico, già dourei hauer mandato fuori, potrebbe per auuentura destar concetto, ò che io auessi del tutto messo da banda l’occuparmi intorno alle nuoue osseruazioni celesti, ò che almeno, con troppo lento studio le trattassi; hò giudicato esser bene render ragione sì del differir quello, come dello scriuere e del pubblicare questo trattato.
Quanto al primo, non tanto gli ultimi scoprimenti di Saturno tricorporeo e delle mutazioni di figure in Venere, simili à quelle che si veggono nella Luna, insieme con le conseguenze che da quelle dependono, hanno cagionato tal dilazione, quanto l’inuestigazion de’ tempi delle conuersioni di ciaschedun de’ quattro Pianeti Medicei intorno a Gioue, la quale mi succedette l’Aprile dell’anno passato 1611. mentre era in Roma; doue finalmente m’accertai, che ‘l primo, e più vicino à Gioue, passa del suo cerchio gradi 8. e m. 29. in circa per ora, faccondo la ‘ntera conuersione in giorni naturali 1. e ore 18. e quasi mezza.
Scarica gratis: Discorso al serenissimo don Cosimo 2. gran duca di Toscana intorno alle cose, che stanno in sù l’acqua, ò che in quella si muouono di Galileo Galilei.