(voce di SopraPensiero)

Carlo Ludovico Allioni nacque a Torino nel 1728. Nel 1747 si laureò in medicina a cui inizialmente si dedicò, diventando medico di corte. Però, ben presto, il suo interesse fu catturato dalla botanica alla quale dette il suo grande contributo, non solo catalogando le specie già allora conosciute ma addirittura scoprendone di nuove, il che attirò l’attenzione di Linneo (Carl von Linné) botanico svedese di fama internazionale con il quale intrattenne una corrispondenza per lungo tempo. Quattordici anni dopo fu tra i primi a sostenere (in Italia) il sistema di nomenclatura doppio seguendo il principio di Linneo.

Nel 1904, in occasione del centenario della sua morte, Oreste Mattirolo – medico e professore ordinario di botanica e presidente della Società Botanica italiana – scrisse una bibliografia Allioniana inserendo l’elenco delle opere botaniche, mediche, zoologiche e paleontologiche da lui annotate. Insomma una summa del lavoro del grande studioso con allegato il nomenclatore botanico portante il suo nome.

Sinossi a cura di Raffaele Fantazzini

Dall’incipit del libro:

Il giorno 30 Luglio 1804, serenamente, sì come visse, spegnevasi in Torino Carlo Allioni.
Si compiono adunque fra pochi giorni 100 anni da chè il Linneo Piemontese lasciava nel lutto gli amici e gli ammiratori, affidando la memoria del suo nome ad un’opera poderosa e geniale, la quale ebbe, durante questi 100 anni, da tutto il mondo botanico, unanime, indiscusso, continuato tributo di lodi.
Egli è perciò cosa naturale che la gratitudine verso il padre della botanica in Piemonte, abbia fatto maturare ivi il pensiero di onorarne la memoria nella ricorrenza del giorno centenario della sua morte.
Un bronzeo ricordo che trasmettesse ai venturi l’effigie di Carlo Allioni, che ravvivasse il sentimento di riconoscenza verso di lui, è parso non dovesse mancare nel vecchio Orto botanico del Valentino, che Allioni illustrò; in mezzo ai semplici da lui studiati; di fronte ai colli Torinesi, campi delle sue glorie; al cospetto di quelle Alpi di cui egli svelò i tesori; di guisa che all’influenza esercitata dalla fama, dalle opere e dalle imprese di lui, si associasse quella, che per tramite dell’occhio si impone alla mente e richiama più efficacemente il pensiero alla persona.
L’immagine di Carlo Allioni avrà per l’Istituto botanico di Torino il valore che aveva presso i romani quella del «genius loci». Per essa la generazione botanica attuale trasmetterà alle venture ringiovanito il culto per l’uomo, il quale, compendiando in poderosa opera sintetica tutto quanto prima di lui si conosceva intorno alla Flora del Piemonte, determinò nella storia della botanica subalpina una epoca, ponendo così le basi di un edificio scientifico, sulle quali edificarono i suoi allievi, edifichiamo noi, edificheranno i botanici delle generazioni venture.

Scarica gratis: Note bibliografiche allioniane di Oreste Mattirolo.