Il castello della nobile famiglia di Roccabruna conserva un’antica leggenda legata ad un misterioso nascondiglio collocato in un’antica torre, che sarà ritrovato solo da una fanciulla della famiglia, tanto coraggiosa da ripetere l’eroismo di un’antenata.

Il giovane e brillante Guido di Roccabruna escogita una geniale invenzione aereonautica che potrebbe essere molto utile in caso di guerra. Ma i piani di questa invenzione vengono trafugati causando anche la morte del capofficina, e tutti i sospetti e gli indizi, per una serie di sfortunate coincidenze, convergono su Guido che rischia una pesante condanna. Solo il coraggio della cuginetta dodicenne Maria Rosa consentirà di salvare Guido rinverdendo anche i fasti dell’antica leggenda.

Il romanzo (titolo originale L’étoile de Navailles) segue L’héritière de Ferlac (L’erede di Ferlac e poi L’erede di Ferralba), anche questo scritto alla metà degli anni ’20. Ha più traduzioni in italiano dagli anni ’30 fino agli anni ’50, pubblicate nella storica collana “Biblioteca dei miei ragazzi” delle edizioni Salani.

Ci sarebbe molto da dire su queste traduzioni; oltre alle italianizzazioni, talvolta un po’ comiche, dei nomi dei personaggi e delle località, spicca il fatto che il malvagio, tedesco nell’originale e al servizio della “grande Germania”, diventa in questa traduzione del 1941 un “povero svizzero decaduto” (nella precedente un “povero belga rovinato dalla guerra”); certo era complicato tradurre romanzi francesi senza correre il rischio di irritare gli alleati…

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

Nell’ippodromo di Montello, il ridente campo di corse vicino a Portogaio, la battaglia di fiori ferveva in tutto il suo splendore. La gara, che rappresentava una delle principali attrazioni della stagione ed offriva opportunità ad uno sfoggio di fiori in cui non si sapeva se ammirare di più il lusso o l’ingegnosità, non era mai stata più brillante di quel giorno.
Naturalmente, quella festa, aveva attirato tutti gli eleganti della spiaggia di Portogaio, ed una folla enorme si accalcava intorno al prato, come pure nelle tribune ufficiali riservate alle persone ragguardevoli.
In prima fila era seduta una vecchia signora vestita con sobria eleganza di un abito di trina nera e adorna di bellissimi gioielli antichi. Anche non volendo, bisognava osservare quella bella dama dall’aria aristocratica e dai modi pieni di distinzione. Quell’aria dignitosa e nobile era addolcita da una serena espressione d’indulgenza e di bontà che si rispecchiava sul viso delicato ed appariva nei begli occhi azzurri. Quella simpatica vecchia signora era evidentemente una gran dama, ma era certo anche nonna. La marchesa di Roccabruna, mentre si divertiva a seguire con lo sguardo la battaglia di fiori, chiacchierava con un’amica, la contessa Gardena, giunta a Portogaio il giorno prima.

Scarica gratis: Per l’onore di Roccabruna di Marguerite Bourcet.