Col consueto stile dissacratorio Valera, tramite il racconto delle vicende del filantropo ricchissimo Moisè Loria, compie una critica pungente delle iniziative umanitarie e benefiche, che nascondono poi avarizia, insensibilità, e sono lontane dal poter dare un contributo alla soluzione sia di gravi problemi sociali che di tristi vicende individuali.
La costruzione di così ingenti fortune nasce poi sovente da iniziative prive di scrupoli e ben lontane dallo spirito umanitario delle iniziative filantropiche. Voce fuori dal coro, quella di Valera, e lo rimane anche a distanza di tanti anni: per verificarlo basta guardare all’interessante e articolato testo di Bruno Pellegrino, del 2014, confrontando la valutazione che fornisce Valera e quella narrata da Pellegrino dei rapporti tra Loria e il socialista Osvaldo Gnocchi Viani.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

Coloro che ammucchiano il denaro sono ammalati come coloro che lo buttano via per andare spensieratamente sulla spiaggia dei naufraghi. Senza questa concezione non si capirebbe la figura balzachiana di Felice Grandet, la cui avarizia gli aveva dato lo stupido gusto di contemplare di tanto in tanto l’oro della sua fortuna. Ricco a milioni, con tante vigne da contentare un paese intero, si sottoponeva ai sagrifici del poveraccio che non sa come tirare innanzi e lasciava moglie e figlia nelle stanze gelate a bubbolare di freddo. Il tiranno del proprio e dell’altrui benessere è un tipo che si riproduce in ogni tempo e in tutto le nazioni. Turner, che vive nel lezzo e nel sudiciume e non arrossisce di avere il padre che sfacchineggia per uno scellino al giorno nel periodo in cui una sua marina veniva venduta a cento cinquanta mila lire e muore più volte milionario, è uno squilibrato. Se io volessi documentare la malattia della gente che ha fatto una vita di cane per morire circondata da ingenti capitali, non avrei che da invitare i lettori a seguirmi all’Ospedale Maggiore nei giorni in cui sono esposti i «benefattori». Vedremmo uomini che hanno fatto la fame, che hanno affamato, che hanno messo sulla strada l’inquilino impotente a pagare l’affitto, che hanno negato l’aiuto di cento lire a un parente per lasciare dei letti o una somma più grossa all’Ospedate Maggiore – l’istituzione che continua a ereditare senz’essere mai ricca.

Scarica gratis: Vita intima e aneddotica di Prospero Moisè Loria di Paolo Valera.