Sette novelle raccolte in un volume, intervallate da alcune poesie a modo d’intermezzi, com’è uso trattenere gli spettatori, fra un atto di commedia e l’altro, con qualche breve pezzo di musica.
Dall’incipit del libro:
– Soffio, signor Fogazzaro – disse, quella sera indimenticabile del 1.° agosto 1884, il generale Trézel, pigliandomi una delle mie povere pedine. – Stia attento!
– Alle dame – gli rispose per me la signorina Prina toccandomi il braccio con la penna. – Avanti! Detti! Mi, co te vedo, sento Un certo non so che; e poi?
– Scusi, generale – diss’io dopo aver mossa una pedina a caso. – E digo che nol sento, E digo che nol gh’è.
– Fa piacere, Filippo! – disse la signorina a suo fratello che cercava inutilmente sul piano il motivo dell’Aria di Chiesa di Stradella.
Continuai a dettare la vecchia canzonetta che piaceva tanto alla società milanese, molto intelligente, molto distinta, dell’Hôtel Brocco.
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