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(voce di SopraPensiero)
Raccolta di racconti che rappresentano l’apice delle qualità narrative dell’autore, ambientati nel terreno più congeniale alla sua ispirazione: il nord dell’Alaska.
Terribili corse verso improbabili salvezze, in luoghi dove la natura conserva rare tracce umane; il contrasto del mondo dei bianchi con quello dei nativi e la reciproca inspiegabilità; le opposizioni antagoniste dove la posta in gioco è sempre altissima e che lascia intravedere il gioco complesso e soverchiante delle forze che regolano il rapporto dell’uomo con i suoi simili e con la natura. L’ambiente dei territori di frontiera, primitivi e remoti, consente a London di sottolineare la brutalità delle dinamiche biologiche, le vere protagoniste dei suoi racconti. Il destino atroce, accettato da tutti con naturalezza e innocenza, di The law of life, il primo racconto della raccolta, rappresenta forse meglio di ogni altro il punto di incontro tra l’idea, mediata dal darwinismo, della sopravvivenza del più forte nella lotta per la vita e il grande amore per l’umanità. London, come Hemingway, giunse per queste vie al culto, spesso gratuito, della violenza e della brutalità, che appare però stemperato dalla sempre presente immagine della meta, del bersaglio da cogliere, della corsa e della fuga.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit del libro:
Il vecchio Koskoosh ascoltava avidamente. Benchè la sua vista fosse scomparsa da tempo, l’udito era ancora buono, e il suono leggerissimo penetrava fin nella vaga intelligenza che dimorava ancora dietro la fronte rugosa, ma che non contemplava più le cose concrete del mondo. Ah! Il rumore era prodotto da Sit-cum-to-ha, che ingiuriava i cani, mentre li costringeva a forza di scapaccioni sotto la bardatura. Sit-cum-to-ha era la figlia di sua figlia, ma in quel momento era troppo occupata per dedicare un pensiero al misero nonno seduto solo lì nella neve, abbandonato e disperato. Bisognava disfare il campo. La lunga pista attendeva, mentre il breve giorno si rifiutava di attendere. La ragazza sentiva il richiamo della vita, non della morte. E il vecchio era ormai prossimo alla morte.
A questo pensiero, il panico invase per un momento Koskoosh, che tese le mani paralizzate, tastando con gesti tremanti la piccola catasta di legna secca che aveva accanto. Rassicurato che il combustibile fosse veramente lì, la mano si ritirò al riparo delle pellicce spelate, ed egli si mise ad ascoltare. Il cupo crepitare delle pelli a metà gelate, gli disse che avevano smontata la capanna del capo, e che ne ripiegavano i varî pezzi per renderla trasportabile. Il capo era suo figlio, forte e robusto, condottiero della tribù e gran cacciatore. Mentre le donne faticavano col bagaglio del campo, la sua voce si levò sgridandole per la loro lentezza.
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