(voce di SopraPensiero)

Grazie ai volontari del Progetto Griffo è online (disponibile per il download gratuito) la nostra prima edizione di Vathek di William Beckford nei formati ePub, ODT e PDF.

Vathek è un giovane e potente Califfo, che vede giungere a palazzo, nella capitale Samarah, uno straniero dalle orribili fattezze. Costui gli mostra oggetti unici e strabilianti a riprova dei poteri magici di cui fa vanto di essere dotato.
Vathek istigato dalla madre, esperta di pratiche arcane legate alla stregoneria e interdette ai pii mussulmani, viene tentato dell’oscuro straniero, che gli promette un patto sacrilego e scellerato: entrerà in possesso dei tesori del «Palazzo del Fuoco Sotteraneo» e in particolare dei potentissimi talismani che donano a chi ne può disporre il controllo totale sui geni e demoni, ma dovrà rinnegare Maometto e assecondare le sue terribili richieste commettendo orrendi crimini. Seguendo le sue istruzioni, Vathek parte per trovare la strada che lo porterà al mitico Palazzo del Fuoco Sotteraneo dove lo aspetta la sua ricompensa.

Sinossi a cura di Franco Perini

Dall’incipit del libro:

Vathek di William BeckfordVathek, nono califfo della stirpe degli Abbasidi, era figlio di Motassem e nipote di Haroun al Raschid. Dalla precoce ascesa al trono e dai talenti di cui disponeva per farlo più splendido, i suoi sudditi erano indotti a credere che il suo regno sarebbe stato lungo e felice. La sua figura era gradevole e maestosa: solo quando montava in furia uno dei suoi occhi diventava cosí terribile che nessuno avrebbe osato sostenerne lo sguardo, e lo sventurato su cui quell’occhio si posava cadeva istantaneamente riverso e talvolta spirava. Per paura tuttavia di spopolare i suoi territori e di rendere desolato il palazzo, solo raramente egli dava sfogo a tale furore.
Essendo molto proclive alle femmine e ai piaceri della tavola, Vathek cercava con la sua affabilità di procurarsi piacevoli compagnie; e in questo tanto meglio riusciva in quanto la sua generosità era senza limiti e la sua indulgenza senza restrizioni: egli non pensava infatti come il califfo Omar Ben Abdalaziz che fosse necessario fare un inferno di questo mondo per godere il paradiso nell’altro.
In magnificenza Vathek sorpassava tutti i suoi predecessori. Il palazzo di Alkoremi, che suo padre Motassem aveva eretto sul colle dei Cavalli Pezzati e che dominava l’intera città di Samarah, gli era parso troppo angusto: egli vi aveva aggiunto quindi cinque ali o piuttosto cinque altri palazzi che aveva destinato alla particolare soddisfazione di ciascuno dei cinque sensi.