(voce di SopraPensiero)

Pubblicato La guerra su tre fronti di Herbert George Wells.

Il pacifismo convinto di Wells si scontra con la vita dei territori in guerra. Come altri uomini di cultura dell’epoca volle recarsi al fronte per avere l’esperienza diretta di cosa significava l’atroce conflitto mondiale. Fu in Italia nell’agosto 1916, tra l’Isonzo e le «carrette siciliane» a Palmanova, così numerose che «non ne deve essere rimasta nemmeno una in Sicilia!».
Poi di fronte alle rovine dalle cattedrali di Arras e di Soissons e dei villaggi di confine riconquistati dal contrattacco francese ma distrutti irrimediabilmente per la popolazione evacuata. E la guerra di «opinione» che Wells scopre così importante, forse per la prima volta nella storia tanto importante. Importanza compresa forse prima dalla Germania che dagli alleati; e gli umori delle popolazioni di fronte all’evento bellico. Accurata traduzione di Camilla Poggi Del Soldato (1862-1940) scrittrice, soprattutto per la gioventù, oggi praticamente dimenticata.

Sinossi a cura di Catia Righi e Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

Una delle particolarità minori di questa guerra senza precedenti, è il viaggio alla fronte. Dopo qualche mese di notizie scarse, ridotte, mozzate, – così che anche il corrispondente di guerra si era scoraggiato al punto di eliminarsi – si fece la scoperta, da ambe le parti, che questa era una guerra in cui l’Opinione assumeva una parte assai più importante di quante mai ne avesse avute innanzi. Si pensò che, forse, quest’erbaccia, questa gramigna che cresce per tutto, poteva avere un’importanza decisiva; certo era che i Tedeschi, per lo meno, la coltivavano con molta cura. C’era l’opinione nostra, di casa, che si nutre rigogliosamente dei si dice; l’opinione dei paesi neutrali; l’opinione dei paesi nemici; l’opinione che entra in grandi garbugli e crea malintesi e determina svalutazioni errate fra gli Alleati. E tutto risente dell’opinione: la fiducia ed il coraggio del nemico; la buona disposizione e l’assistenza del neutrale; lo zelo, lo spirito di sacrificio, la serenità della popolazione civile; tutto.
La coltura dell’opinione era cominciata, in Germania, assai prima della guerra. Ed è tuttora là che se ne fa la coltura più sistematica, benchè, per la inettitudine psicologica dei Tedeschi, sia là pure, probabilmente, la più grossolana. La Maison de la Presse, francese, è certo la migliore organizzazione di propaganda intesa a ben chiarire la verità dei fatti, reagire contro suggestioni ostili, affermare e mantenere il buon accordo. Le organizzazioni inglesi ufficiali sono, al confronto, di ben minore efficacia; ma quello che manca ufficialmente viene largamente compensato dal buon volere e dagli sforzi generosi della stampa inglese ed americana. Credo che si potrebbe scrivere una monografia interessante su questi tentativi dei belligeranti per spiegare loro stessi ed i loro procedimenti.