(voce di SopraPensiero)

Grazie ai volontari del Progetto Griffo è online (disponibile per il download gratuito) l’ePub Il milione di Marco Polo.

Il Milione narra dei viaggi compiuti in Oriente (e in particolare in Cina) dai fratelli Niccolò e Matteo Polo, più il figlio del primo, Marco, tra il 1271 ed il 1295. L’opera fu dettata tra il 1298 ed il 1299 dallo stesso Marco (all’epoca prigioniero dei genovesi) ad un suo compagno di cella, il letterato Rustichello da Pisa, rifacitore di poemi cavallereschi.

Il Milione è diviso in 183 capitoli (secondo il codice Magliabechiano o ‘della Crusca’) ed il suo titolo originale è tradotto dal francese Le livre de Marco Polo citoyen de Venise, dit Million, où l’on conte les merveilles du monde (Il libro di Marco Polo cittadino di Venezia, detto Milione, dove si raccontano le meraviglie del mondo); dell’opera in realtà esistono più di 150 manoscritti (in francese, latino, italiano, dialetto veneto), anche se, ovviamente, il codice più importante è quello più fedele alla originaria lingua d’oil, ossia il francese 1116 della Biblioteca Nazionale di Parigi, che risale ai primi decenni del Trecento e su cui si basa la prima edizione critica del testo.

Sinossi a cura di Rosario Di Mauro

Dall’incipit del libro:

"Il milione" di Marco PoloSignori imperadori, re e duci e tutte altre genti che volete sapere le diverse generazioni delle genti e le diversità delle regioni del mondo, leggete questo libro dove le troverrete tutte le grandissime maraviglie e gran diversitadi delle genti d’Erminia, di Persia e di Tarteria, d’India e di molte altre province. E questo vi conterà il libro ordinatamente siccome messere Marco Polo, savio e nobile cittadino di Vinegia, le conta in questo libro e egli medesimo le vide. Ma ancora v’à di quelle cose le quali elli non vide, ma udille da persone degne di fede, e però le cose vedute dirà di veduta e l’altre per udita, acciò che ‘l nostro libro sia veritieri e sanza niuna menzogna.
Ma io voglio che voi sappiate che poi che Iddio fece Adam nostro primo padre insino al dí d’oggi, né cristiano né pagano, saracino o tartero, né niuno uomo di niuna generazione non vide né cercò tante maravigliose cose del mondo come fece messer Marco Polo. E però disse infra se medesimo che troppo sarebbe grande male s’egli non mettesse in iscritto tutte le maraviglie ch’egli à vedute, perché chi non le sa l’appari per questo libro.
E sí vi dico ched egli dimorò in que’ paesi bene trentasei anni; lo quale poi, stando nella prigione di Genova, fece mettere in iscritto tutte queste cose a messere Rustico da Pisa, lo quale era preso in quelle medesime carcere ne gli anni di Cristo 1298.