Pensando a come potrebbe essere una repubblica dei lettori ho cercato qualche correlazione tra la lettura e altri indici di sviluppo economico, sociale, culturale. E ho fatto qualche scoperta interessante.
Se si prende l’ultimo dossier dell’Associazione Italiana Editori e si consulta la tabella sulla lettura in Europa, se ne evince che tra i quindici riportati, i cinque paesi europei dove sono piu numerosi i lettori sono:
- Svezia (72%),
- Finlandia (66%),
- Inghilterra (63%),
- Danimarca (55%),
- Germania (50%).
I cinque dove si legge di meno sono:
- Italia (42%),
- Spagna (40%),
- Irlanda (40%),
- Portogallo (35%),
- Grecia (35%).
Come sono classificati gli stessi paesi rispetto ad altri indici? Lo si può verificare racilmente, consultando la guida annuale dell’Economist, pubblicata in Italia dalla casa editrice Fusi Orari. Si fanno – come dicevo – scoperte interessanti su correlazioni esistenti, assenti o – per così dire – “deboli”. Come quella, ad esempio, tra il livello della lettura e il livello di reddito procapite: i primi cinque paesi con più lettori sono anche quelli con i livelli di reddito procapite più alto, salvo l’Irlanda, che si colloca in ottima posizione (8a nel mondo).
Stessa situazione nel rapporto tra livello della lettura e la qualità della vita: l’eccezione e sempre 1’Irlanda, paese dove – come abbiamo visto – si legge poco ma nel quale, secondo gli indici elaborati dall’Economist, la qualità della vita è comparabile alla Danimarca e alla Germania.
Correlazione perfetta c’è invece tra l’indice della lettura e quello che misura la parità tra uomo e donna; la graduatoria dei dieci paesi europei è la stessa nei due casi: chi legge di più ha più parità. E c’è correlazione altrettanto forte tra livello della lettura e la corruzione percepita nei rispettivi paesi, ma questa volta inversa: i paesi in cui si legge meno sono quelli percepiti come più corrotti.
Ma la sorpresa maggiore l’abbiamo confrontando due indici di grande importanza per un paese che voglia essere avanzato e moderno: l’indice di innovazione e l’indice di competitività globale. Qui troviamo che i cinque paesi europei che leggono di meno (tra cui il nostro) sono anche quelli nel gruppo dei dieci che sono meno innovativi e con minore capacità di competizione globale. Non stupisce a questo punto che siano anche quelli con una minore diffusione di computer, il che smentisce definitivamente la leggenda secondo cui libro e computer sarebbero alternativi. Leggenda smentita anche dalla diffusione dei Cd player e dai dati sul fatturato dell’industria della musica, speculari a quelli sull’acquisto dei libri. È evidente anche la correlazione con la lettura dei giornali, mentre colpisce l’assenza totale di correlazione tra la lettura e il possesso della televisione.
Lascio al lettore di valutare questi dati. Certo, ne emerge ancora una volta confermata l’arretratezza dell’Italia, collocata sistematicamente nel gruppo di coda: un’arretratezza insieme sociale, economica e culturale. Promuovere la diffusione della lettura non è solo questione di una minoranza di “colti”, riguarda dunque tutto il nostro paese. E promuovere la lettura serve alle imprese non meno che alle biblioteche! È questo il principio che muove l’attività dei Presìdi del libro, gruppi di lettori, ormai più di trenta, che animano grandi e piccole città del Piemonte, da Torino a Mombasiglio, da Lombardore a Vercelli, dalla Val Varaita a Saluzzo, fino a Prali.
Se è vero che c’è una correlazione forte tra la lettura dei libri e quella dei giornali come con gli altri consumi culturali (musica, teatro, cinema, arte, ecc.) i bassi indici complessivi del paese sono obiettivi su cui lavorare per far ripartire tutto il sistema italiano. Una “Repubblica dei lettori”, secondo questi dati, è un paese in cui si leggono più libri ma anche più giornali, dove si ascolta più musica ma si naviga anche più su Internet. Un paese in cui forse ci sarebbero più donne in Parlamento e a capo delle aziende e in cui la corruzione dovrebbe essere minore. Una “Repubblica dei lettori” dovrebbe essere – se i dati non ci ingannano – più innovativa e aperta alla competizione globale. C’è di che meditare per tutti…
[Intervento di Giuseppe Laterza pubblicato su La Stampa il 23 luglio 2005 in occasione del primo appuntamento di “Pralibro” promosso dai Presìdi del libro e dalla libreria Torre di Abele di Torino.]