(voce di SopraPensiero)

Pubblicati Chiarezza, Il coltello fra i denti, Il fuoco e L’Inferno di Henri Barbusse.

Dall’incipit del libro (Chiarezza):

I giorni della settimana si rassomigliano tutti, dal principio alla fine.
A sera, si sentono suonare le sette, dolcemente, e subito, tumultuosamente, la campana. Chiudo il registro, asciugo e depongo la penna. Dopo un’occhiata allo specchio che mi mostra l’ovale regolare del mio volto, i capelli lucidi e i baffi sottili (si vede che non sono un operaio), prendo il cache-nez e il cappello. Spengo la lampada, scendo dal mio piccolo ufficio. Attraverso la sala delle caldaie, serrato nella folla rumorosa ancor tutta vibrante del colpo di campana che l’ha messa in libertà. Da quella oscura gente affrettata che si dirama nei corridoi e fluisce per le scale come una nuvola, qualche voce mi grida passando: «Buona sera, signor Simone», oppure, meno familiarmente: «Buona sera, signor Paulin». Rispondo a questo ed a quello e mi lascio trasportare dalla folla.
Fuori, sulla soglia dell’atrio aperto sulla pianura nuda dai lividi orizzonti, si vedono profilarsi come nere decorazioni gigantesche le forme rettangolari e triangolari dell’officina, nonchè l’alta ciminiera spenta ed ormai coronata soltanto dalla nuvola della notte che crolla giù. La torma greve mi trascina seco, oscuramente. Nell’ombra, l’attesa di una cortina di donne piantate a pie’ del muro che fronteggia l’atrio: se ne intravedono le pallide facce pecorili. Si riconoscono, nella massa, chinandosi avanti e chiamandosi. Rapidamente, ad una ad una si formano le coppie. L’occhio segue la ressa dei lavoratori che fugge lungo il viale fantasma.