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(voce di SopraPensiero)««Ottima osservazione la tua, Mercy […] do ut des, così gira il mondo!» riflette. «Cosa vorrà mai il pezzo da novanta dall’ultimo dei tesserati del suo partito?» «Promozione elettorale […] tra poco ci sono in ballo le politiche […] e questi si devono far vedere […] dovrà organizzargli qualcosa sulla piazza […]», gli suggerisce Mercedes. «E per promuoversi […] cioè farsi vedere sul territorio […] farsi notare dall’elettore, questi tre iniziano cenando in un ristorante appartato a sei chilometri dal centro della città? – dice Dante. – Posso giusto pensare che qui ci vengano a parlare degli affari loro senza troppi rompicazzi intorno». «E ti hanno beccato il giornalista che gli grufola nel piatto […]» «Cavoli loro […] io non sono venuto qui con l’intenzione di trovarci l’onorevole». E si concentra sul piatto di carne, godendosi l’accurato sorriso di compiacimento della Mercy che si forbisce le labbra con il tovagliolo»
Dante Ferrero scrive su «La Stampa». Ma qui non siamo alle prese con la solita notiziucola di quart’ordine: c’è stato un omicidio, e dei più macabri, dove ciò che si riesce a scorgere è solo la punta di un iceberg molto, molto più grande. Intreccio a sfondo politico che ha come protagonista, tra gli altri, il linguaggio, saltellante tra lo stile del dialetto e quello a dir poco «colorito» del giornalista. Castoldi, autore classe ’57 che ha già pubblicato quattro romanzi, è qui al suo primo noir con l’editore Fratelli Frilli.
P.E. Castoldi, Tortona nove corto. Le indagini di Dante Ferrero, ed. Frilli, 2015.