(voce di SopraPensiero)

Pubblicato Cattedrali di carta di Giovanna Rosa.

Dall’incipit del libro:

Menzogna e sortilegio, pubblicato nel 1948, segna l’esordio romanzesco di Elsa Morante; un esordio stupefacente per originalità d’impianto, audacia rappresentativa e maturità stilistica.
Negli anni precedenti, la Morante aveva collaborato fittamente a riviste e giornali con articoli d’indole svariatissima e con una serie nutrita di racconti, di cui solo una piccola parte era stata raccolta in volume (Il gioco segreto, Garzanti, Milano 1941). Nel 1942, per i tipi Einaudi, era poi apparso un libro di fiabe, Le bellissime avventure di Caterì dalla trecciolina. Tuttavia, non c’è dubbio che le «cronache familiari» di Elisa imprimano una svolta radicale alla carriera letteraria morantiana. Quest’opera, sancendo la fine della fase «preistorica», rivela alla scrittrice la sua vocazione più autentica. L’elemento decisivo è costituito dall’abbandono della misura breve a vantaggio dell’ampia tessitura romanzesca: non si tratta solo, come è ovvio, di una questione di mole, quanto piuttosto della scoperta fervida di un diverso sistema compositivo, il più idoneo a rappresentare la realtà nella sua interezza contraddittoria.
Dopo tanti, troppi racconti o articoli di varia umanità, la sperimentazione delle strutture romanzesche galvanizza le risorse creative della fantasia morantiana: nasce così la sua prima e più bella opera.