Pubblicato Italia Antica di Alessandro Della Seta.
Dall’incipit del libro:
La trama di gioie e di dolori che l’anima degli antichi aveva tessuto intorno alle opere dell’industria e dell’arte non più trattiene noi tra le sue tenui fila. Nella viva luce del sole il nostro sguardo avvolge della sua carezza le scanalate colonne di un tempio senza che esso si rassereni o si attristi al pensiero che gli occhi di altri uomini si alzarono là verso il cielo nella letizia o nella sofferenza per ringraziare o per implorare. Nell’oscurità di un ipogeo la nostra mano fruga senza scrupoli il corredo dei defunti senza che nel nostro cuore abbia più risonanza l’eco del pianto di chi piamente lo dispose, di chi nutrì l’illusione che dovesse servire eterno. Lo schianto della disperazione, il tormento del desiderio sono svaniti nel nulla, come polvere dispersa è la carne di chi pianse e di chi gioì. E di un mondo di ombre noi spegniamo l’ultima ombra.
Ma monumenti e figure, armi e strumenti noi li dissociamo dallo spirito di coloro a cui appartennero per un istante o per un’età, istante anche questo nell’immensità del tempo, e li riassociamo invece sotto il segno più duraturo che essi portano in sè, per la forma.
E con questa associazione della forma, per cui vediamo come sorgano e come succedano, noi tentiamo di misurare il corso dei secoli e dei millenni. Ogni umile cosa è preziosa per ciò. L’arma di selce, il vaso di impasto, la fibula di bronzo, la grappa che legò blocco a blocco, il mattone di cui fu contesto il muro, mutando di materia e d’aspetto, accompagnano sommessamente lo scoccare delle ore della civiltà sul quadrante grandioso della storia, ma queste ore si chiamano paleolitico e neolitico, periodo del bronzo e periodo del ferro, Grecia e Roma.