(voce di SopraPensiero)
Esperienze extrasensoriali, fenomeni paranormali, poteri parapsicologici: esistono e non esistono? Rispondere è tutt’altro che facile o scontato, soprattutto se si pensa che alla poca chiarezza nel merito c’è un’oscurità di fondo che parte dalle definizioni delle categorie stesse: cosa è normale e cosa è paranormale? Cosa rientra nella scienza e cosa ne è (o dovrebbe esserne) assolutamente escluso? UFO, telecinesi, poltergeist, visione a distanza: si tratta di un ambito di indagine unico, o non piuttosto di un calderone di fatti completamente eterogenei che andrebbero indagati caso per caso – e verificati e ripetuti sperimentalmente – con il più genuino spirito scientifico?
Brian Clegg, fisico e collaboratore di «Nature», «The Wall Street Journal» e «The Times», non teme di infrangere quello che per la scienza è un vero e proprio tabù: il paranormale, calandosi nello studio delle prospettive e dei guasti con l’animo del detective che non intende certo lasciarsi ingannare dai tanti imbroglioni in agguato, sempre pronti a millantare incredibili superpoteri, ma nemmeno vuol precludersi acriticamente la possibilità di scoprire l’inatteso (che è – o, anche qui, dovrebbe essere – il motto di ogni scienziato). Faremmo meglio a dire, spiega l’autore, che dell’ESP (Extra-Sensorial percpetion) non ne sappiamo ancora abbastanza, e che alcuni suoi ambiti – ad esempio quello della telepatia, fra tutti quello maggiormente suscettibile di una interpretazione fisica – meritano un approfondimento, anziché concludere sciattamente che certe cose sono impossibili tout court (solo perché al momento la scienza non riesce a spiegarle, con atteggiamento molto poco scientifico). Chiaro e ben documentato, in una bella edizione Dedalo rilegata a filo.
B. Clegg, Extrasensoriale. Scienza e pseudoscienza dei fenomeni paranormali, ed. Dedalo, 2014, pp. 300, euro 16.