Titolo originale: (500) Days of Summer
Regia: Marc Webb, USA, 2009
Sceneggiatura: Scott Neustadter, Michael H. Weber
Attori principali: Joseph Gordon-Levitt, Zooey Deschanel, Geoffrey Arend, Chloë Grace Moretz, Matthew Gray Gubler, Clark Gregg, Minka Kelly
Genere: Commedia romantica
500 giorni di un percorso verso l’amore, che inizia innamorandosi della persona sbagliata. «Questa è la storia di un lui e di una lei,» ci racconta il narratore con una voce di fiaba, «ma tanto vale chiarirlo subito: non è una storia d’amore.»
Tom Hansen (Joseph Gordon-Levitt) vive a Los Angeles e di mestiere scrive biglietti d’auguri; incontra Sole Finn (Zooey Deschanel) quando lei comincia a lavorare nella stessa società. Ma si mette subito in chiaro che la storia tra i due non è destinata a durare: lui è un inguaribile romantico pieno di aspettative in attesa del vero amore; lei è una cinica che non crede nell’amore né nell’appartenenza ad un’altra persona. Inoltre, l’intero film si racconta attraverso un insolito ma geniale espediente narrativo: quello del salto temporale. Passiamo dal giorno 1 al giorno 219, e poi di nuovo al giorno 1 e così via, saltando dal principio alla fine, dai tempi in cui tutto era rose e fiori al momento della catastrofe, per dare subito prova del compiersi del destino. Il rapporto tra Sole e Tom è sviluppato attraverso i dialoghi di lui con la sorella minore Rachel (Chloë Grace Moretz) e con gli amici McKenzie (Geoffrey Arend) e Paul (Matthew Gray Gubler), attraverso i racconti che rimandano a flashback dei momenti che i due trascorrono insieme. Il tutto è accompagnato da una colonna sonora che descrive perfettamente la parabola che dipinge l’amore di Tom e Sole, a partire dai primi sguardi scambiati grazie ad una canzone degli Smiths, ai romantici viaggi in macchina sulle note di «Quelqu’un m’a dit» di Carla Bruni, fino alla disperata performance di Tom al karaoke: «Train in Vain» dei Clash.
Le vicende nel film si intrecciano e si susseguono in modo dinamico, giocando sui contrasti tra il giorno 1 e il giorno 300: lo spettatore viene sballottato tra l’amore per Sole e l’odio per la persona che lei diventa alla fine, e assiste alla trasformazione di Tom, che eredita il cinismo dalla sua amata Sole; diventa scettico verso il suo lavoro e verso l’amore in generale, che lui definisce «la grande bugia.» «Io la amo,» racconta ai suoi amici nei primi giorni, e si lancia in un elenco di tutti gli aspetti meravigliosi della sua persona; «Io la odio,» affermerà dopo la rottura, e tutte le sue qualità diventeranno orribili e fastidiosi difetti, fino a trasformare una voglia a forma di cuore in una voglia a forma di scarafaggio. Tom incarna lo stereotipo dell’uomo cotto marcio e trattato come una pezza da piedi, mentre Sole è la classica ragazzina che non vuole niente di serio, che fin da subito mette in chiaro che non vuole un ragazzo perché vuole evitare qualsiasi responsabilità.
Quando poi le cose cambiano e Sole si innamora di un altro uomo, tanto da sposarlo, afferma che Tom ha sempre avuto ragione, che destino e casualità sono legati tra loro; ciò in cui Tom si è sempre sbagliato è stato credere che fosse lei quella giusta. Ma tanto Tom non ci crede più, e potrà ricominciare a crederci solo quando incontrerà Luna in una sala d’aspetto e deciderà di far coincidere destino e casualità.
Purtroppo per noi, nella traduzione italiana si è perso quel tocco in più di poesia per cui Tom si innamora di Summer (e non di Sole) permettendo allo spettatore di assistere ai «500 Days of Summer» di questa non-storia-d’amore, e incontrando alla fine Autumn, e passando dal giorno 500 al giorno 1, dando il via ad una «Lifetime of Autumn.»
«Un ragazzo e una ragazza possono anche esse amici ma a un certo punto o uno o l’altro si innamorerà. Forse temporaneamente, forse nel momento sbagliato, forse troppo tardi o forse per sempre.» – Tom Hansesn