(voce di SopraPensiero)

In un mondo in cui l’imperativo categorico della morale economica è la crescita a tutti i costi, agli uomini non resta che consumare; usare-e-gettare il più possibile e volentieri; perfino sprecare è cosa buona. In questo mondo riparare, conservare, riutilizzare, non sono solo cose insensate o sbagliate: sono azioni antisociali. Perciò – in un malaugurato futuro (tanto simile al nostro, ça va sans dire) caratterizzato dalla cultura del consumo – il semplice atto di riparare una macchina non è una banale sciocchezza: è un atto sovversivo. E terrorista è colui che lo compie. Qui la decrescita non è solo un modello economico e sociologico alternativo a quello capitalista: è un modo di vivere e di intendere la vita radicalmente differente. È facile rendersene conto visitando l’Area 52, ispirato alla convivialità del pensatore austriaco Ivan Illich, luogo che rimane nell’anima e trasforma la percezione che si ha di se stessi e delle cose. Ma la decrescita – proprio come la crescita – ha i suoi problemi e i suoi «effetti collaterali» peculiari: illuso chi crede che l’una o l’altra possa essere senza conseguenze.
Temi che vengono qui trattati con lo strumento della fantascienza, in dieci racconti – molto diversi tra loro, sia per lo stile e per i contenuti, sia per la posizione assunta al riguardo – da autori in gran parte veterani e pluripremiati. Evidentemente, la decrescita non è oggetto esclusivo degli studi sociologici ed economici (quando non siano anch’essi, a loro modo, «fantascientifici»); è un tema che riguarda tutti e che si presta a (anzi, richiede) più chiavi e livelli di lettura. Interessante l’effetto creato dall’alternarsi di visioni utopiche e distopiche, dal susseguirsi di mondi basati su una percezione positiva della decrescita o, viceversa, su una prospettiva scettica e maggiormente problematizzante, con l’esplicito intento – dichiarato dal curatore in apertura – di «provocare» un utile dibattito. Un’antologia ben scritta e di grande attualità. Non riservato solo agli amanti del genere.


G.F. Pizzo, Terra promessa. 10 racconti di fanta-descrescita, ed. Tabula Fati, 2014, pp. 210, euro 16.

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Paolo Calabrò
Laureato in scienze dell'informazione e in filosofia, gestisco il sito ufficiale in italiano del filosofo francese Maurice Bellet. Ho collaborato con l'Opera Omnia in italiano di Raimon Panikkar. Sono redattore della rivista online «Filosofia e nuovi sentieri» e membro dell'associazione di scrittori «NapoliNoir». Ho pubblicato in volume i saggi: – Scienza e paranormale nel pensiero di Rupert Sheldrake (Progedit, 2020); – Ivan Illich. Il mondo a misura d'uomo (Pazzini, 2018); – La verità cammina con noi. Introduzione alla filosofia e alla scienza dell'umano di Maurice Bellet (Il Prato, 2014); – Le cose si toccano. Raimon Panikkar e le scienze moderne (Diabasis, 2011) e 5 libri di narrativa noir: – Troppa verità (2021), romanzo noir di Bertoni editore (2021); – L'albergo o del delitto perfetto (2020), sulla manipolazione affettiva e la violenza di genere, edito da Iacobelli; – L'abiezione (2018) e L'intransigenza (2015), romanzi della collana "I gialli del Dio perverso", edita da Il Prato, ispirati alla teologia di Maurice Bellet; – C'è un sole che si muore (Il Prato, 2016), antologia di racconti gialli e noir ambientati a Napoli (e dintorni), curata insieme a Diana Lama.