(voce di SopraPensiero)

Quando hai passato la vita tra l’insegnamento universitario a Messina e a Catania, Firenze, Roma; tra l’impegno politico come dirigente del Partito Comunista Italiano e quello istituzionale nel Consiglio Superiore della Magistratura; tra lo scrivere i discorsi di introduzione ai comizi di Berlinguer e l’ascoltare quelli in parlamento di Berlusconi […] è inevitabile che la storia della tua vita si intrecci con la Storia che è passata nella tua vita. Raccontarla, dunque, significa in certo modo raccontarle; e per farlo in maniera interessante e non didascalica, vivida anziché stucchevole, non si può fare a meno di cambiare continuamente registro, dal serio al faceto, dalla narrazione all’aneddoto, dall’analisi alla boutade, anche a costo di relegare se stessi sullo sfondo, a vantaggio della vivacità e della ricchezza delle cose. Era questo lo stile di Pietro Barcellona, con gli amici come in conferenza: semplicità e complessità che vanno a braccetto, l’esegesi filosofica che si abbina all’impressione suscitata da uno scorcio della sua amata Sicilia, gli argomenti più scottanti e ostici trattati con una penetrante leggerezza, mai priva del suo immancabile sorriso […]
Pietro Barcellona, giurista e filosofo di fama internazionale (il suo libro L’individualismo proprietario, uscito negli anni ’80 da Bollati Boringhieri, è stato tradotto in 5 lingue) scrive un’autobiografia («finita ma non rifinita» a causa della sua scomparsa, il 6 settembre 2013, prematura per tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di apprezzarne il contributo intellettuale) in cui gli elementi più personali – come il rapporto travagliato con la madre e la terapia psicanalitica con Davide Lopez – nutrono e rileggono quelli pubblici, come la discussa (e sempre fraintesa) conversione al cristianesimo. Amico di Raimon Panikkar – dal quale sapeva mirabilmente prendere, come pochi, le distanze – e interprete brillante e unico del nostro tempo, schiacciato tra l’ottuso materialismo della tecnoscienza e la pervasività di un’economia amante più del proprio profitto che del bene dell’uomo. Un libro splendido e benvenuto, per sentire ancora l’eco della sua voce robusta e salutare. Per sentire un po’ meno la sua mancanza.


P. Barcellona, Sottopelle. La storia, gli affetti, ed. Castelvecchi, 2014, pp. 270, 22.

Articolo precedenteIl tesoro di Risolina. Un libro per bambini Erickson di Alberto Pellai
Articolo successivoLa mano dell’organista. Un giallo Frilli di Gabriele Prinelli
Paolo Calabrò
Laureato in scienze dell'informazione e in filosofia, gestisco il sito ufficiale in italiano del filosofo francese Maurice Bellet. Ho collaborato con l'Opera Omnia in italiano di Raimon Panikkar. Sono redattore della rivista online «Filosofia e nuovi sentieri» e membro dell'associazione di scrittori «NapoliNoir». Ho pubblicato in volume i saggi: – Scienza e paranormale nel pensiero di Rupert Sheldrake (Progedit, 2020); – Ivan Illich. Il mondo a misura d'uomo (Pazzini, 2018); – La verità cammina con noi. Introduzione alla filosofia e alla scienza dell'umano di Maurice Bellet (Il Prato, 2014); – Le cose si toccano. Raimon Panikkar e le scienze moderne (Diabasis, 2011) e 5 libri di narrativa noir: – Troppa verità (2021), romanzo noir di Bertoni editore (2021); – L'albergo o del delitto perfetto (2020), sulla manipolazione affettiva e la violenza di genere, edito da Iacobelli; – L'abiezione (2018) e L'intransigenza (2015), romanzi della collana "I gialli del Dio perverso", edita da Il Prato, ispirati alla teologia di Maurice Bellet; – C'è un sole che si muore (Il Prato, 2016), antologia di racconti gialli e noir ambientati a Napoli (e dintorni), curata insieme a Diana Lama.