Letture e drammatizzazione dei testi de I Fioretti alternati a momenti musicali

Un omaggio a san Francesco d’Assisi, santo patrono d’Italia, autore del Cantico delle Creature in cui erompe il suo amore per il creato, ma soprattutto il santo che ha amato e vissuto la povertà come dono invece che come condanna, capace di avvicinare l’uomo al mistero del Dio fatto uomo.
San Francesco è anche patrono degli animali, dei quali la leggenda del miracolo del lupo di Gubbio è una delle più belle espressioni. Una leggenda che parla appunto della potenza dell’amore e del perdono e a cui è stato dedicato il tributo intitolato San Francesco e il lupo di Gubbio all’interno della Cappella musicale di san Francesco a Ravenna, domenica 23 febbraio.

Si tratta di un’iniziativa nell’ambito del ciclo di incontri Francesco ’26 Alter Christus… verso l’anniversario della morte del santo, organizzato da Cappella Musicale della Basilica di San Francesco, Compagnia teatrale Luigi Rasi, Centro Dantesco Opera minore Frati conventuali e Mosaici Sonori. Durante la serata sono stati letti alcuni passi de I Fioretti di San Francesco, scritti da Ugolino Brunforte e Ugolino Boniscambi, editi per la prima volta nel 1476. Proprio qui, all’interno del capitolo XXI, si racconta del miracolo della conversione del Lupo di Gubbio.

La foto ufficiale dell’Orchestra Photocredit Compagnia Teatrale Luigi Rasi

Ne abbiamo parlato con Luigi Lidonnici, direttore artistico della Cappella Musicale della Basilica San Francesco, insieme a Giuliano Amadei, direttore musicale, e Alessandra Casanova, regista della Compagnia teatrale Luigi Rasi.

Chiediamo a Luigi Lidonnici come è nato e si è sviluppato questo tributo al santo Francesco
Luigi Lidonnici: Come direttore artistico della Cappella musicale ho proposto ai Frati Francescani della Basilica di San Francesco, di realizzare, così come nel 2021 facemmo per Dante, un percorso che potesse celebrare questo grande santo, preparando l’anniversario della sua morte che avverrà nell’ottobre 2026, con letture, momenti di drammatizzazione dei testi che si alterneranno a momenti musicali. In ogni appuntamento (sei all’anno) verranno trattati vari argomenti della catechesi francescana. Naturalmente il progetto è stato pienamente condiviso dai frati, che ringrazio ancora per la fiducia e la grande disponibilità che ci accordano. Dal 2025 ci sarà la collaborazione con la Compagnia Teatrale “Luigi Rasi” che con molto entusiasmo ha condiviso il progetto.

Alessandra Casanova è la regista della Compagnia teatrale alla quale è affidata la lettura dei testi. Alessandra, quale approccio hai adottato per la lettura del testo dei Fioretti di San Francesco?
I tuoi attori reciteranno con l’accento regionale o italiano?
Alessandra Casanova: I Fioretti sono in volgare toscano e sono opera di un anonimo scrittore fiorentino che, verso la fine del 1300 tradusse in italiano antico gli scritti dei frati Ugolino Boniscambi da Montegiorgio e Ugolino Brunforte da Sarnano.
La costruzione della frase e i vocaboli usati non sono sempre semplici da capire dagli ascoltatori, ma ho voluto presentarli nella forma originale (e non italianizzati) per lasciare quella prosa limpida e dimessa che vi traspare e che sarebbe stata annullata da un linguaggio moderno.
L’Animo, mirabilmente lieto e candido, che caratterizza le storie de I Fioretti, ho cercato di renderlo attraverso una recitazione mirata, che porti gli ascoltatori ad entrare nel clima di semplicità, umiltà e santità che accompagnava Francesco.

Come è nata la collaborazione con il Centro Dantesco e la Cappella Musicale?
La collaborazione è nata nell’ottobre scorso, in occasione del Concerto per San Francesco, durante il quale alcuni ragazzi della Compagnia hanno letto dei brani tratti dalla Leggenda maggiore di San Bonaventura. Questa serata ha aperto le porte poi alla collaborazione di quest’anno.

Il Lupo di Gubbio: i direttori, i musicisti, la regista e gli attori della compagnia Photocredit Compagnia Teatrale Luigi Rasi

Chiediamo a Giuliano Amadei se le musiche che accompagnano il testo sono di repertorio o sono state composte appositamente
Giuliano Amadei: Le musiche scelte per i vari appuntamenti – in alternanza con i testi recitati – e per i concerti per San Francesco (normalmente il 4 ottobre, data della morte), sono tratti dal nostro repertorio e scelti in base all’ispirazione degli argomenti trattati e delle emozioni che da essi scaturiscono. Si tratta di musiche del periodo che trattiamo: il barocco (Bach, Haendel, Vivaldi, ecc…) senza trascurare qualche compositore più recente.

Diversi brani sono stati presentati dagli attori della Compagnia teatrale Luigi Rasi, ma il capitolo XXI de I Fioretti di San Francesco (nel quale si racconta la storia del Lupo di Gubbio) è stata affidata agli attori Elisabetta Rivalta (narratrice) e Vincenzo Dicandia, che ha dato voce alle parole del Santo.

Elisabetta, cosa ti ha colpito di più della vita del Santo?
Elisabetta Rivalta: Della vita del Santo mi hanno colpita l’umiltà e la perseveranza, che ha contraddistinto la scelta del suo cammino, nonostante l’inquietudine non lo abbandonasse mai; il suo affidarsi al volere di Dio “non so dove vado, ma so che questa è la mia strada”, l’accoglienza senza paura di tutto ciò che la vita gli poneva davanti e che lui abbracciava senza riserve.
Ho letto il capitolo XXI del Santissimo miracolo che fece Santo Francesco quando convertì Il ferocissimo lupo d’Agobbio. Ho provato meraviglia nel calarmi in questo racconto, che ha un ché di magico e fiabesco e sono riuscita a vedere questo patto di alleanza e rispetto tra Francesco e il lupo. Un messaggio universale su come il perdono abbia il potere di guarire le ferite dell’odio, del risentimento, della rabbia, ma anche quelle più profonde dell’anima.

Vincenzo Dicandia nei panni di San Francesco Photocredit Compagnia Teatrale Luigi Rasi

Vincenzo, cosa ti ha colpito della vita del Santo e cosa hai provato a dare voce alle sue parole?
Vincenzo Dicandia: Quello che mi ha colpito di più della vita di San Francesco è la sua capacità di trasformare la paura e il conflitto in pace e armonia. Il suo incontro con il lupo di Gubbio non è solo il racconto di un miracolo, ma la dimostrazione di come il dialogo e la fiducia possano vincere la violenza. Francesco non vedeva il lupo come un nemico, ma come una creatura spaventata, bisognosa di ascolto e comprensione. Questo sguardo di misericordia è ciò che rende la sua figura così potente e attuale.

Nella sua interpretazione, mi sono concentrato su più episodi in cui Francesco ha interagito con gli animali, perché il suo rapporto con il creato è qualcosa di straordinario e profondamente poetico. Tuttavia, quello che mi colpisce di più è proprio l’incontro con il lupo, perché è un momento in cui l’uomo e la natura trovano un punto di equilibrio e rispetto reciproco. Francesco, con dolcezza e fermezza, parla al lupo e gli propone un patto di pace con gli abitanti di Gubbio. È un passaggio di grande intensità, in cui si percepisce tutta la forza della sua parola e la sua capacità di cambiare i cuori.

Interpretare San Francesco è un’esperienza che va ben oltre la semplice recitazione. Ogni volta che do voce alle sue parole, sento il loro peso e la loro urgenza, come se fossero rivolte direttamente al nostro tempo. In un mondo segnato da guerre, violenza e indifferenza, il suo messaggio di pace e fratellanza è più attuale che mai. Francesco ci insegna che nulla è davvero perduto se scegliamo di ascoltare, comprendere e tendere la mano invece di alzarla. Portarlo in scena è un onore e una responsabilità, perché attraverso di lui possiamo ancora parlare di speranza.

Alessandra, quali sono le difficoltà e i punti di forza di uno spettacolo di letture che si alternano a brani musicali?
Alessandra Casanova: Bisogna partire dal presupposto che le letture e le musiche non sono elementi separati. La serata è un tutt’uno di letture e musiche e tutto si deve amalgamare. Questo vuol dire che ci deve essere collaborazione tra il regista e chi decide i brani musicali da presentare.
Non solo. Una volta stabilito cosa verrà suonato dall’orchestra, le letture si devono adattare perfettamente da un punto di vista tecnico e interpretativo.
Bisogna riuscire ad unire la musicalità della parola alla musica strumentale (e/o vocale) per poter meglio avvicinare il pubblico non solo alle parole del Santo, ma alla spiritualità che lo contraddistinse.

Avete in cantiere altre iniziative per il 2025, anno che precede l’anniversario della morte del Santo?
Sì, durante il 2025, all’interno del ciclo di incontri Francesco ’26, abbiamo in programma altre serate durante le quali presenteremo letture tratte da Leggenda di San Bonaventura da Bagnoregio o lo Speculum Perfectionis (legenda antiquissima), sempre inerenti all’Amore del Santo per tutte le creature.

a cura di Anna Cavallo

Nella cover, da SX: Daniele Premate, Elisabetta Rivalta, Giulia Grillo 
Photocredit Compagnia Teatrale Luigi Rasi
Nella seconda foto, dall’alto: i Musicisti della Cappella Musicale con il direttore, il soprano e i ragazzi della compagnia. Seduti da SX: Enrico Gramigna (Violino I), Giovanni Garavini (violino II), Luigi Lidonnici (oboe), Manuela Trombini (viola), Piergiorgio Anzelmo (violoncello). In piedi da SX: Annarita Venieri (soprano), Piero Ravaioli (contrabbasso), 
Elisabetta Rivalta, Giulia Grillo, Daniele Premate e Vincenzo Dicandia (Compagnia Teatrale Luigi Rasi), Giuliano Amadei (Direttore), Alessandra Casanova (regista Compagnia Luigi Rasi) e  Franco Ugolini (organo/clavicembalo)