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(voce di SopraPensiero)Con questo rovesciamento fanno oggi i conti le scuole, i presidi, i professori. Ma anche con riforme scolastiche inadeguate e tagli ciclopici alla spesa, proprio mentre si pretendono al contempo prestazioni eccezionali vòlte all’inclusività e alla competitività. Con quali parole parlarne? Quelle solite – identità, integrazione, equità, empatia – ma che tra i banchi, con i genitori, dall’altra parte della cattedra assumono un sapore, un significato, una missione diversa: la scuola ha ancora qualcosa da dire alla società, a cominciare dagli alunni.
Parole di scuola, di Mariapia Veladiano (ed. Erickson), non è solo un libro sulla scuola, ma è un libro che viene dalla scuola, senza pretese apologetiche o agiografiche, con la genuinità e la pregnanza di chi la conosce davvero, nelle sue debolezze ma anche nelle sue eccezionali potenzialità.
Mariapia Veladiano, laureata in filosofia e teologia, ha insegnato Lettere per più di vent’anni ed è oggi Preside a Rovereto. Collabora con «Repubblica», «Avvenire» e «Il Regno». Nel 2010 il suo primo romanzo, La vita accanto, ha vinto il Premio Calvino; l’anno dopo è arrivato secondo al Premio Strega. Tra le sue ultime pubblicazioni: Il tempo è un dio breve (2012), Messaggi da lontano (2012) e Ma come tu resisti, vita (2013).
Mariapia Veladiano, Parole di scuola, ed. Erickson, 2014, pp. 120, euro 9.