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(voce di SopraPensiero)
Molti di voi conosceranno “Amabili resti”, il romanzo della scrittrice americana Alice Sebold, da cui è stato tratto un film diretto da Peter Jackson. Pochi, però, sanno che la Sebold non è un volto nuovo nel panorama della narrativa contemporanea. Nel 1999 ha scritto “Lucky” (in italiano “fortunata”), il resoconto crudo e spietato dello stupro da lei subìto a diciotto anni.
Il titolo allude al commento di un poliziotto: “sei fortunata” disse ad Alice “tempo fa una ragazza è stata violentata ed uccisa nello stesso luogo”.
Ed è proprio questa strana fortuna la chiave di questo incredibile romanzo, un pugno nello stomaco già dalle prime righe. In poche ore, Alice viene catapultata in un nuovo mondo, fatto di violenza e atrocità. La ragazza amante dell’arte e della poesia è sparita: al suo posto c’è una giovane donna che torna a casa in una comunità traumatizzata da rapine e violenze, dove però non c’è posto per lo stupro, considerato un tabù.
Il reverendo pensa che la soluzione migliore sia la preghiera, ma Alice non si fida. Come potrebbe? Anche lui è un uomo. La madre e la sorella della Sebold cercano di supportarla, ma sono più fragili di lei ed Alice finisce per accollarsi la responsabilità di proteggerle. Suo padre le vuole bene, ma non comprende al cento per cento il dramma di sua figlia. “Come faceva a violentarti se tu non glielo permettevi?” chiede incredulo, figlio di una società in cui la violenza sessuale avviene solo nei film.
Ma la vita va avanti. Alice sporge denuncia e torna all’università, circondata da amici ed insegnanti che vedono la vittima di una violenza e nulla di più. Nessuno di loro la può aiutare, perché Alice ha imparato nel modo più difficile che, se non ti salvi da solo, non ti salvi affatto. La Sebold
inizia la sua opera di salvataggio a soli diciotto anni, in concomitanza con la sua ascesa letteraria. Questo romanzo è il frutto della sua forza d’animo, perché scrivere è il modo migliore per ricordare, ma allo stesso tempo aiuta a disperdere il dolore poco a poco.
E alla fine, parola dopo parola, Alice si salva. E capisce che, dopotutto, è veramente fortunata. Anche se vive in un mondo in cui l’inferno e la speranza convivono sul palmo della sua mano.