La guerra in Ucraina ha riportato il tema del rischio di una guerra nucleare sui giornali e nei notiziari televisivi e l’ultimo, grandioso, film di Christopher Nolan, “Oppenheimer”, ha riportato al cinema Hiroshima e la storia del “Progetto Manhattan” per la costruzione della prima bomba atomica. Anche “Breve storia della bomba – La nascita delle armi nucleari 1938-1955” affronta in un rapido racconto la storia dello sviluppo delle armi atomiche, toccando in poche pagine diversi temi interconnessi: dalle prime scoperte sulla fissione nucleare, alla migrazione in Gran Bretagna e soprattutto negli Stati Uniti degli scienziati europei in fuga dal nazi-fascismo, al timore che la Germania Nazista sviluppasse per prima la bomba, ai primi dubbi di alcuni scienziati sull’impiego della bomba anche dopo la resa della Germania, all’uso politico dell’arma atomica nella guerra fredda e a come il Progetto Manhattan abbia modificato per sempre il rapporto tra scienziati e governi.

L’autore, professore emerito di fisica, da sempre impegnato nella battaglia per l’eliminazione delle armi nucleari (fa parte del Consiglio Scientifico dell’Unione scienziati per il disarmo – USPID), dedica molte pagine ai dubbi etici presentati da diversi ricercatori all’idea di utilizzare l’energia nucleare per costruire ordigni bellici e ancor più all’idea di usarla su delle città dove le vittime civili sarebbero state la maggioranza (ma non trascura di evidenziare come i bombardamenti a tappeto di Tokio – o Dresda – con bombe tradizionali fossero risultati parimenti distruttivi).

Completa la “Breve storia della bomba” una cronologia dei principali eventi del periodo 1938-1955 rilevanti per il racconto.
In appendice due recenti articoli dello stesso autore sulla guerra in Ucraina e sulla proliferazione delle armi nucleari a nuovi paesi.

Dopo la fine della guerra William Pollard, che aveva collaborato al progetto Manhattan, e che in seguito era diventato vescovo, disse: «Hiroshima sta diventando un mito profondamente immerso nella psiche di tutti i popoli della Terra (…). Nella dimensione sacra i fatti storici gradualmente assumono la stabilità del mito, mentre nella dimensione profana essi perdono gradualmente la loro presa sulla gente e diventano semplicemente materia per gli storici. Questo è il destino di Hiroshima: trasformarsi in un mito universale profondamente affondato nel tempo sacro di tutti i popoli della Terra; il simbolo della loro convinzione che non si deve permettere una guerra nucleare.»