(voce di Luca Grandelis)

Un intreccio di riflessioni equilibrate e intelligenti prende corpo nel volume Scienza, tecnologia e valori morali (ed. Armando, 2011) incentrato sulla questione della «coloritura etica dell’attività scientifica e tecnica». Attività legata intrinsecamente a una dimensione etica, non solo a valle – nelle ricadute eticamente problematiche delle nuove scoperte – ma anche a monte, dove una scienza accorta e libera dal mito insensato della «neutralità della ricarca» («un mito duro a morire», secondo Barrotta) può e deve operare immaginando le conseguenze (pratiche) delle proprie scelte (teoriche). Non esistono indirizzi intellettuali privi di ricadute sulla vita umana: è compito della scienza (anche se forse questa funzione di indirizzo e controllo andrebbe allargata alla società civile) valutare quali sentieri siano più auspicabilmente percorribili in quanto buoni per l’uomo e quali – al contrario – vadano evitati perché pericolosi. Ciò che vale ancor più apertamente e direttamente per la tecnologia, esplicitamente votata alla manipolazione (da non intendersi per forza in senso deteriore) del mondo.
È infatti proprio nell’ambito della tecnologica e dei rischi da essa implicati che l’interrogativo sulla morale della scienza diventa imperativo e urgente (argomento del saggio di Longo): se la scienza – che ha i mezzi per decidere l’accettabilità dei rischi di certe ricerche e applicazioni – non si dota autonomamente di proprie linee di condotta, nessun altro sarà in grado di farlo: e certamente non lo farà il capitale che finanzia l’innovazione, il cui obiettivo non è il bene dell’uomo ma il successo commerciale. Le scelte etiche non possono venir delegate né in alcun modo evitate, pur sapendo bene che si tratta di un terreno minato e ricco di ambiguità (Negrotti).
Al di fuori di ogni retorica oscurantista o scientista, il libro ripropone la questione dell’importanza di una scienza che sia veramente per l’uomo (e non, vanamente, «per se stessa», «per il progresso»o «per il profitto»), dove la conoscenza perde la sua connotazione di dominio per recuperare la dimensione dell’armonia fra tutto ciò che è. Un ben orchestrato coro di riflessioni che non temono il confronto con la robotica, la cibernetica, le neuroscienze, la teologia. Con una lucida e intensa Prefazione (non firmata).
Il volume, patrocinato dal Comune di Forlì e dall’Associazione Francesco Barone, è pubblicato con il contributo della Cassa di Risparmio di Ravenna e della Cassa dei risparmi di Forlì.


P. Barrotta, G.D. Longo, M. Negrotti (a cura di), Scienza, tecnologia e valori morali. Quale futuro?, ed. Armando, 2011, pp. 225, euro 18.

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Paolo Calabrò
Laureato in scienze dell'informazione e in filosofia, gestisco il sito ufficiale in italiano del filosofo francese Maurice Bellet. Ho collaborato con l'Opera Omnia in italiano di Raimon Panikkar. Sono redattore della rivista online «Filosofia e nuovi sentieri» e membro dell'associazione di scrittori «NapoliNoir». Ho pubblicato in volume i saggi: – Scienza e paranormale nel pensiero di Rupert Sheldrake (Progedit, 2020); – Ivan Illich. Il mondo a misura d'uomo (Pazzini, 2018); – La verità cammina con noi. Introduzione alla filosofia e alla scienza dell'umano di Maurice Bellet (Il Prato, 2014); – Le cose si toccano. Raimon Panikkar e le scienze moderne (Diabasis, 2011) e 5 libri di narrativa noir: – Troppa verità (2021), romanzo noir di Bertoni editore (2021); – L'albergo o del delitto perfetto (2020), sulla manipolazione affettiva e la violenza di genere, edito da Iacobelli; – L'abiezione (2018) e L'intransigenza (2015), romanzi della collana "I gialli del Dio perverso", edita da Il Prato, ispirati alla teologia di Maurice Bellet; – C'è un sole che si muore (Il Prato, 2016), antologia di racconti gialli e noir ambientati a Napoli (e dintorni), curata insieme a Diana Lama.