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(voce di SopraPensiero)«Ma come mai il conte non rientrava da tre giorni? Questo era allarmante! Se un uomo non si vede in giro per molto tempo, la prima cosa cui si pensa non è la morte, ma che stia a casa ammalato o per altre ragioni. Invece mancava proprio da casa sua! Tutto ciò era inquietante. Quale poteva essere il motivo? Era veramente morto? Mentre i due ancora discutevano, da lontano si udì la voce forte e chiara di un castagnaio che diceva con la testa bassa e il volto pallido: «Un soldo a coppitiello e quell’amico dorme ancora!»»
Raffaele Allegretti, venticinquenne napoletano alla sua prima impresa narrativa, consegna un noir d’ambientazione ottocentesca in cui l’improvvisa scomparsa di un notabile è solo il primo di una serie di eventi delittuosi che collegano tra loro i protagonisti. Scritto con un linguaggio che preferisce la chiarezza alla fluidità e la precisione al ritmo (e che forse risente un po’ del twist teatrale dell’autore – ma, ehi: è un’opera prima!), Il mistero di Piazza Mercato si fa notare per la notevole e inconsueta padronanza del dialetto napoletano e per la forma complessiva, pulita e solida.
R. Allegretti, Il mistero di Piazza Mercato, ed. Pironti, 2015.