L’Occidente, come lo stolto del Vangelo di Luca, pensava di poter riposare a lungo sulle proprie ricchezze e poi… è arrivato il coronavirus (tecnicamente “coronavirus” è una sottofamiglia; il nome specifico del virus attuale è SARS-CoV-2; mentre CoViD-19 è il nome della malattia), una «malattia assurdamente democratica», che non fa differenze di ceto o di collocazione geografica. E subito l’Italia – l’Europa, il mondo – si fa teatro di battaglia, dove termini come guerra, combattere, vincere, nemico la fanno da padroni, con tanto di celebrazione degli eroi e dei martiri in camice; fino a sfociare in una militarizzazione dell’atteggiamento collettivo, dove «un esercito di delatori è pronto a denunciare il vicino che esce troppo spesso, gli amanti clandestini, gli amici che chiacchierano, e tutti coloro che insistono a girare senza maschera e guanti». Suggestiva nemesi per un Occidente disposto, fino a un giorno prima, a convivere con tragedie di proporzioni anche maggiori, purché altrui: la polmonite, non solo a causa di coronavirus, ha provocato la morte di oltre ottocentomila bambini nel 2017. Qualcuno è colpevole? E questa pandemia è una punizione?
I non-luoghi del Coronavirus. Il Covid-19, la filosofia e gli zombie, di Pierre Dalla Vigna, discute del fenomeno della pandemia alla luce della percezione che se ne ha (e che i mezzi d’informazione, istituzionali e non, continuano a diffondere) e della struttura sociale ed economica, in specie italiana, che si trova a recepirla. Una percezione tangibile e rovente, non più solo filosofica, che “il nemico sono gli altri” (parafrasando Sartre). Fino all’analisi dell’immaginario zombi (apocalittico e critico della società consumistica per eccellenza) e di quella realtà virtuale – nella quale ci siamo giocoforza immersi nel periodo di clausura in casa – alle cui derive, oggi, forse solo una passione ritrovata e accesa può porre rimedio. Alcune sviste importanti (Skipe, Whatsup, Zygmund Bauman, Bram Stocker) e diversi refusi sono comprensibili alla luce della rapidità con cui il libro è uscito rispetto agli avvenimenti di cui tratta.


Pierre Dalla Vigna, I non-luoghi del Coronavirus. Il Covid-19, la filosofia e gli zombie, ed. Mimesis, Milano-Udine 2020.

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Paolo Calabrò
Laureato in scienze dell'informazione e in filosofia, gestisco il sito ufficiale in italiano del filosofo francese Maurice Bellet. Ho collaborato con l'Opera Omnia in italiano di Raimon Panikkar. Sono redattore della rivista online «Filosofia e nuovi sentieri» e membro dell'associazione di scrittori «NapoliNoir». Ho pubblicato in volume i saggi: – Scienza e paranormale nel pensiero di Rupert Sheldrake (Progedit, 2020); – Ivan Illich. Il mondo a misura d'uomo (Pazzini, 2018); – La verità cammina con noi. Introduzione alla filosofia e alla scienza dell'umano di Maurice Bellet (Il Prato, 2014); – Le cose si toccano. Raimon Panikkar e le scienze moderne (Diabasis, 2011) e 5 libri di narrativa noir: – Troppa verità (2021), romanzo noir di Bertoni editore (2021); – L'albergo o del delitto perfetto (2020), sulla manipolazione affettiva e la violenza di genere, edito da Iacobelli; – L'abiezione (2018) e L'intransigenza (2015), romanzi della collana "I gialli del Dio perverso", edita da Il Prato, ispirati alla teologia di Maurice Bellet; – C'è un sole che si muore (Il Prato, 2016), antologia di racconti gialli e noir ambientati a Napoli (e dintorni), curata insieme a Diana Lama.