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(voce di SopraPensiero)
Il viaggio in prima persona, documentato e meditato, di Giuseppe Trimarchi, calabrese aspromontino, in una terra tanto simile alla sua, anche se tanto lontana: Cuba e la Calabria, entrambe luoghi dalla cultura antica e dalla natura mozzafiato, entrambe emblema di una società schiacciata da una politica che – in buona o in cattiva fede – non è mai riuscita a valorizzarne le potenzialità. Dall’esame dei servizi statali, dei rapporti con i governi esteri, dei danni dell’embargo e del confronto con i «grandi comunismi» russo e cinese, emerge una domanda pressante: è mai possibile che non esistano vie di mezzo tra un socialismo sbilanciato a favore della cosa pubblica e un capitalismo, al contrario, tutto a favore di quella privata? Domanda inevasa ancorché ineludibile, di fronte a un’umanità che non riesce ad aspirare a niente di più che a degli estremi in ogni caso problematici. Oltre a questo nodo problematico, resta il fatto che nessuna rivoluzione, neanche la migliore, può sopravvivere e funzionare senza rinnovare se stessa, tenendo gli occhi bene aperti su come i tempi, cambiando, richiedano nuove misure e, a volte, una nuova mentalità. Con un saggio introduttivo di Pasquale Amato e la Postfazione di Piero Polimeni.
G. Trimarchi, Cuba oggi, ed. Città del sole, 2010.