Romanzo lineare nella trama e ricco di riflessioni sulla vita e il rapporto di coppia, «Cosa resta di noi» dello scrittore versiliese Giampaolo Simi (Sellerio, Palermo, 2015), di recente riproposto nella collana Italia Noir de “La Repubblica”, esula dai canoni tradizionali del suo genere. L’aspetto nero occupa solo una parte della storia, che è essenzialmente una vicenda di tradimento scaturita dalla pesante routine e dai fallimenti di un matrimonio logorato dall’incomprensione.
I protagonisti, Edoardo e Guia, al di là delle loro peculiarità culturali, talmente importanti da distinguerli rispetto alla massa, sono un marito e una moglie comuni. A differenza della maggior parte delle coppie che scoprono di essere incompatibili dopo i primi anni di matrimonio, le loro dissonanze non sono solo caratteriali e comportamentali, ma anche fisiologiche. L’autore rivela questa mancanza fin dall’inizio, quando lei di fronte all’ennesimo fallimento nel tentativo di rimanere in stato interessante attraverso l’inseminazione artificiale, assale la dottoressa della stanza numero sei, l’ambulatorio dove le viene data la brutta notizia. Sarà lo stesso Edoardo, narratore interno alla storia, a spiegare nelle pagine successive come la sua limitata fertilità si azzeri unendosi a Guia, proprio per incompatibilità fisiologica.
La coppia vive vite parallele che si intrecciano raramente (Guia abita a Roma, lui invece in Versilia, dove saltuariamente trascorrono un po’ di tempo insieme), scandite da ritmi e interessi completamente diversi. Lei è una scrittrice di talento in cerca di un successo che le deve arrivare per gloria letteraria, non attraverso la sponsorizzazione della sua immagine; Edo, invece, è solo il responsabile dello stabilimento balneare della ricca famiglia della moglie. A quest’ultima deve una carriera poco entusiasmante, ma sicura, così non ha altra scelta che porsi in secondo piano rispetto a lei, cercando di far valere le sue doti di buon marito.
Quando in questa sofferta vita di coppia si inserisce Anna Di Fosco, rappresentante di commercio di una nota azienda lucchese che realizza pavimentazioni, il precario equilibrio psicologico che ha consentito a Edoardo di accettare Guia entra in crisi. L’amministratore del bagno Antaura, però, non ammette nemmeno a se stesso quanto lo abbia colpito la sua nuova conoscenza e le fa capire di non andare in cerca di un facile tradimento. Donna di mezza età con un matrimonio fallito alle spalle, Anna è costretta a lavorare nella ditta dell’ex suocero, ma spera in una ripresa con l’imminente licenziamento e l’apertura di un negozio tutto suo. È palese come fin dal primo incontro consideri Edoardo un punto di riferimento essenziale per rendere la sua nuova vita ancora più interessante. La storia con un uomo sposato viene sognata come un ulteriore novità per chiudere con il passato, ma lui continua a non cedere. Più volte torna a dimostrarle il suo disinteresse, fino alla sera di Capodanno, quando insieme a Guia e ad alcuni amici si reca nel locale notturno dove lo aveva invitato Anna. La scrittrice non sa niente di lei. Edoardo la vede quando si distacca dal gruppo e suscita la sua irritabilità confessandole di essere in compagnia della moglie. È in questo contesto che Simi fa conoscere al lettore l’altro personaggio centrale dell’opera, il comico Giangi, ex marito di Anna, con una carriera rovinata dalla droga, impegnato in uno spettacolo di cabaret proprio nella discoteca dove si trova la moglie.
È una scena fondamentale per comprendere il livello culturale e le emozioni dei quattro personaggi che muovono le file della storia. Guia balla scalmanata con i suoi amici in pista, ma il narratore non manca di far notare che è il modo delle persone culturalmente preparate e benestanti (gruppo sociale di cui la moglie di Edo fa indiscutibilmente parte) per prendere in giro chi non ha le loro doti intellettuali. Scimmiottare la massa è l’unico espediente per divertirsi in un ambiente popolare. Edoardo, con una buona preparazione culturale ma debitore di fronte alla consorte della sicurezza economica, segue il ballo di Guia senza entusiasmarsi. Giangi, artista di cabaret mediocre e privo della capacità di rinnovarsi, resta legato alla moglie che nel suo inconscio rappresenta l’unico appiglio con il sogno di un successo mai arrivato. Infine Anna, donna talmente debole da non riuscire a staccarsi completamente dall’ex marito, forte solo della speranza di un avvenire migliore.
La forma mentale dei quattro personaggi viene capovolta nell’ultima parte del romanzo, a dimostrazione di quanto fossero deboli le loro convinzioni, quando giunti ai due terzi della storia la rappresentante di commercio scompare improvvisamente, il 14 febbraio. Data non scelta a caso da Simi, infatti è significativo che proprio nel giorno degli innamorati Edoardo, forse in cerca di un affetto spontaneo, decida di tradire Guia, poco prima della scomparsa dell’amante. Uscendo dall’appartamento si incrocia con Giangi e quando i mass media inizieranno a parlare della scomparsa della donna, ambedue nasconderanno il loro incontro per non essere accusati dagli inquirenti. Sarà fondamentale anche la comparsa di una lettera che qualche tempo prima Anna aveva scritto a Edoardo.
L’autore non chiude la storia in modo classico, svelando il mistero intorno alla scomparsa della Di Fosco, che viene risolto da Edoardo prima della fine dell’opera, anche se sempre per paura di essere coinvolto il narratore evita di spiegare l’accaduto alla polizia. Perché risolvere la vicenda della vittima è solo una parte di un finale più complesso, che dimostra come gli altri personaggi riescano a superare il ruolo che si erano imposti. Guia accetta al fine il successo facile, interessandosi alla storia di Anna e alla difesa di Giangi nei programmi televisivi. Quest’ultimo da sospettato principale dell’assassinio della ex moglie, sfrutta a sua volta la situazione per avere un po’ di quel successo a cui aveva dovuto rinunciare, e infine Edo riesce a dire alla consorte, dopo averla delusa per aver nascosto il suo rapporto con Anna, quanto sia frustante vivere nella sua ombra.
I personaggi di Giampolo Simi vivono una vita sofferta e fatta di sogni che tardano a realizzarsi. In questa condizione l’amore diviene uno strumento per trovare riscatto o, almeno, una piccola rivincita dalla delusione. Non è un amore fine a se stesso, o tanto meno se inizialmente lo è stato per Guia ed Edoardo (divertente la storia del loro incontro al bagno Antaura, durante la presentazione di un poeta più interessante per la sua personalità che per i suoi versi) adesso di questo sentimento puro non resta niente. Non a caso nessuna delle due coppie ha un figlio, che deve essere il coronamento di un amore sincero, quasi una punizione per le loro mancanze. In questo contesto inevitabilmente di loro, della loro storia, non può rimanere niente, solo una vicenda triste narrata da un marito deluso.