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(voce di SopraPensiero)
Appare in doppia veste l’ultima raccolta di Caterina Trombetti «Attimi e infinito. Moments and infinite» (Thedotcompany, 2017) con la versione in inglese a fianco di ogni testo curata da David Tammaro per divulgare le liriche della poetessa fiorentina nel mercato anglosassone. Un’opera originale non solo per l’ampio respiro commerciale per cui è stata concepita, ma anche per la capacità del traduttore di riproporre oltre ai contenuti delle liriche anche la loro musicalità. Infatti, benché aliena da ogni legame con la metrica tradizionale, la Trombetti ricerca nelle sue poesie il ritmo del verso, affinché le parole siano le note di una melodia che trascina le emozioni e la fantasia del lettore. Qualità che in passato ha permesso all’autrice di realizzare un volume di pochi, ma intensi testi, con allegato un cd dove recita le sue poesie accompagnata dal suono dell’arpa della musicista Antonella Natangelo, dal titolo «Consonanze» (Betti Editrice, 2016).
«Attimi e infinito» ripropone alcune liriche tratte dalle raccolte della Trombetti, un sunto della sua esperienza poetica nella ricerca degli aspetti reconditi dell’animo umano. Dagli esordi con la silloge «Il pesce nero» edita nel 1990 da Lalli, a «Fiori sulla muraglia» e «Dentro il fuoco», opere pubblicate dalla Passigli che ad oggi resta una delle poche case editrici in grado ancora di scommettere sulla poesia, passando da altri volumi che hanno segnato le tappe della maturazione artistica dell’autrice. A introdurre le varie parti sono state riprese le presentazioni scritte da Mario Luzi, amico e compagno intellettuale della poetessa che ha sempre apprezzato la sua immediatezza comunicativa e la profondità di riflessione.
Al centro dell’universo che ruota intorno a Caterina Trombetti c’è il sentimento dell’amore, puro e incondizionato contrapposto al dolore dell’umanità e alle piaghe che la affliggono. La poetessa si identifica nel fiume che attraversa con la corrente il suo letto nel momento in cui si compenetra con il corpo del suo amato, per iniziare con lui un volo al di là di ogni limite imposto dalla materia, «Siamo una cosa sola / che volando / trova risposta / a tutti i perché.» Da qui l’audace titolo della silloge, che descrive le due condizioni esistenziali tra cui l’autrice sente di doversi barcamenare, la materia, immanente su cui riflettere e da descrivere attraverso le immagini, e l’infinito, fuga in una dimensione oltre il tempo e lo spazio. Uno stato d’animo da condividere con la persona amata o da raggiungere mediante la meditazione introspettiva, nella solitudine in comunione con la propria anima, lasciandosi attrarre da simboli o immagini come il giardino che ricorda il Paese delle Meraviglie o il movimento dei panni al vento, per dare spazio alla fantasia, «Alice attraversa lo specchio, / incantata dal magico mondo / e tu giardino di meraviglie». Un vagare che ha come punto di arrivo il ritorno a uno stato originario non ancora contaminato dall’ipocrisia o dalla malvagità, identificato nel paese di Montalcinello, dove la Trombetti ha trascorso l’infanzia, e nella figura della madre.
Il ritorno al reale, agli attimi della vera esistenza, non è traumatico, anzi è conseguenza di un dovere morale e intellettuale per descrivere la natura umana anche nei suoi aspetti deleteri, come l’odio etnico o le conseguenze dell’inquinamento, operazione poetica supportata dalla memoria. E sicuramente il tema della memoria è l’altro argomento di riflessione centrale della raccolta insieme all’amore, il primo legato al mondo immanente, l’altro alla fuga nell’infinito. L’autrice è talmente partecipe dei suoi ricordi e interessata a dimostrarne il valore comunicativo, che in una riflessione tra le più profonde della sua produzione finisce per chiedersi se sono le cose o le persone che ricordano.
Il linguaggio di queste liriche ha una particolare immediatezza comunicativa: all’apparenza semplice e diretto, però rivela una sapiente elaborazione lessicale per permettere di andare in profondità nell’osservazione delle cose e nella riflessione sull’emozioni. È lo strumento indispensabile per elaborare una realtà varia e che passa dall’introspezione personale all’immagine di una società, che spesso appare debole, emotivamente debole.
Nelle liriche che si riferiscono alla mitologia antica o, andando avanti con il tempo, agli autori moderni studiati e compresi la Trombetti rivela le sue basi culturali. Gli esempi letterari sono confrontati con la quotidianità conosciuta dall’autrice, come per l’opera di Emily Dickinson scritta in condizioni sociali completamente opposte alla ruotine della vita casalinga vissuta da Caterina, che però non manca di rivelare una concordanza con la poetessa americana. Un accordo di emozioni che va oltre ogni differenza culturale o linguistica, «Oggi mi ritrovo con te nella mia casa, / mi muovo nelle stanze / e tu leggera mi accompagni, / tocchi gli oggetti con le mani mie / e in due viviamo la poesia e le cose.»