Con la forza e la sensibilità che la contraddistinguono, Vi Skin torna in radio e nei digital store con “Calamita“, il suo nuovo singolo che emerge come un manifesto emotivo di rara intensità. Seguendo il successo di “E Tu?”, la cantautrice ciociara non si limita a sfidare i preconcetti, ma inverte la narrativa tradizionale sull’accettazione: “Non serve sentirsi vittime dei pregiudizi e non sono le persone definite diverse a dover essere accettate dagli altri, ma sono i cosiddetti altri a dover essere accettati da chi viene definito diverso”.
In “Calamita”, Vi Skin si avventura oltre i confini della musica, esplorando la tematica dell’ignoranza umana come fonte principale del pregiudizio e del suo impatto sulle vite di chi lo subisce, puntando i riflettori sull’importanza delle reazioni a determinati attacchi. Lontana da armature vittimistiche, l’artista introduce il concetto di “ignoranza consapevole”, una condizione che definisce con queste parole:
«Il pregiudizio è frutto dell’ignoranza. Nessuno di noi può sapere tutto di tutti, ed è qui che risiede la nostra libertà di apprendere, di andare verso gli altri. Personalmente, mi definisco un’ignorante consapevole di esserlo, ma è proprio grazie a questa consapevolezza che permetto a me stessa di imparare e di apprendere sempre di più. È attraverso un atteggiamento umile nei riguardi della mia ignoranza che riesco a compiere dei passi verso la mia persona e verso gli altri…Passi che, purtroppo, non tutti sono disposti a fare. Ed ecco che l’ignoranza diventa una scelta, decretando così la morte della coscienza umana. Non c’è nulla di più terribile dell’ignoranza in azione, la peggior arma di distruzione di massa. Senza la consapevolezza di non conoscere, di essere ignoranti su determinati aspetti, non potremmo mai progredire, né tantomeno fare un passo verso l’altro, ma continueremo solo a distruggerci a vicenda».
Una riflessione profonda che suggerisce quanto, riconoscere la propria ignoranza, non sia una debolezza, bensì l’inizio del vero apprendimento, della comprensione e dell’accettazione di sé e degli altri e quanto, ancora troppo spesso, nascondersi dietro pregiudizi e convinzioni infondate possa limitare non solo il nostro sviluppo personale, ma anche la capacità di costruire relazioni autentiche e significative con gli altri.
«La diversità è un concetto così naturale, ma la società non accetta ciò che non è uguale» – canta l’artista in una delle liriche più incisive ed emozionanti del brano, regalando anima, cuore e voce ad un messaggio che colpisce per la sua attualità e universalità. Parole che sottolineano la capacità di Vi Skin di catturare, in pochi tratti, un’immagine vivida della realtà contemporanea, dove il diverso spesso si scontra con muri di incomprensione e pregiudizio.
Un grido che nella sua perseverante delicatezza risuona nelle profondità dell’essere, esortandoci a guardare oltre il velo delle apparenze, al di là dei preconcetti, per riconoscere e abbracciare la nostra essenza più vera. Vi Skin, attraverso la sua abilità narrativa, ci prende per mano in un percorso di riflessione e introspezione, in cui ogni verso diventa un passo verso la comprensione di sé e dell’altro, in un mondo che troppo spesso sembra dimenticare il valore delle peculiarità individuali.
La musicalità del singolo accompagna il testo con un’armonia che esalta le parole, creando un connubio perfetto tra suono e significato. La produzione, curata nei minimi dettagli da Matteo “Orph3us” Passarelli, avvolge l’ascoltatore in un abbraccio sonoro, rendendo “Calamita” il simbolo di un’accettazione senza compromessi e di un dialogo, con se stessi e con gli altri, capace di unire anziché dividere.
In un’epoca in cui le parole spesso sfumano in echi di melodie dimenticate, l’artista di Esperia si riconferma una voce autentica ed una penna sincera, priva di artefatti e costruzioni, in grado di scolpire nel tempo messaggi indelebili. Sin dall’apertura del brano – «Non so se ci so stare, e non so se voglio imparare, è segno di salute mentale rifiutare» -, Vi Skin conduce l’ascoltatore in un viaggio attraverso la consapevolezza, la consapevolezza della bellezza insita nell’essere unici, che non chiede il permesso di esistere, ma vive nonostante ed oltre etichette e cliché.
Il titolo del brano, trae la sua genesi dalla metafora del pregiudizio, che, proprio come una “Calamita”, si attacca alla mente e all’anima, cercando di distruggere non soltanto chi lo riceve, ma anche chi lo genera e lo diffonde:
«A me dispiace per tutti coloro che sono prigionieri delle loro convinzioni, incapaci di vedere oltre – conclude Vi Skin -. La calamita del pregiudizio si attacca inesorabilmente a noi, ma lo fa solo se glielo permettiamo».
Un invito a non porsi come vittime, ma piuttosto come chi reagisce, chi si apre al dialogo e alla comprensione reciproca; un invito a riflettere, a liberarsi dalle catene dell’ignoranza volontaria, per fare spazio al nuovo, all’altro, all’inaspettato. Un invito a costruire un mondo dove la diversità sia finalmente vista non come una minaccia, ma come una ricchezza inestimabile da esplorare e valorizzare.
Definendosi un’ignorante consapevole, Vi Skin apre una finestra sul mondo, mostrando come la vera forza risieda nella capacità di riconoscere i propri limiti e di trasformarli in opportunità di crescita. La sua musica diventa così non solo intrattenimento, ma anche uno strumento di cambiamento, capace di smuovere le coscienze e di stimolare un dialogo costruttivo, basato sul rispetto e sull’interesse genuino verso l’altro.
Perché è una scelta quella di aprire gli occhi e il cuore, di riconoscere la propria ignoranza e trasformarla in curiosità e desiderio di conoscenza; un percorso che non promette facili soluzioni, ma offre l’autentica libertà di essere se stessi, rispettando e valorizzando la diversità altrui.
Con “Calamita”, Vi Skin si conferma non solo come un’artista di grande talento, ma anche come una voce importante nel dibattito culturale e sociale, una cantautrice che con la sua arte vuole fare la differenza, spingendo verso un futuro più inclusivo e consapevole. “Calamita” esorta a tutti noi a riflettere sulle nostre azioni e sui nostri pensieri, a riconoscere l’ignoranza come punto di partenza per un cammino di apprendimento e di avvicinamento verso l’altro, in un percorso che, passo dopo passo, può portarci a diventare la versione migliore di noi stessi.