(voce di SopraPensiero)

«L’urgenza dei tempi che stiamo vivendo è tale che ci inchioda a scrivere sempre lo stesso libro»: il libro che parla di quello strano paradosso per il quale l’economia, la «scienza triste», ha la strana facoltà di trasmettere la propria tristezza a miliardi di persone costrette a vivere in condizioni di povertà, nonostante dichiari di volere il benessere per tutti; per il quale essa da un lato dice di voler migliorare la vita quanto meno della maggioranza, dall’altro assiste impassibile all’allargarsi della forbice dei redditi tra ricchi e poveri e all’estinzione della classe media; per il quale, ancora, invece di risolvere i problemi della fame e dello sfruttamento, si limita a occuparsi (e con quanta tenacia!) di inflazioncelle e piccoli sgravi fiscali (come un medico che, di fronte a una pandemia, si ostinasse a rifinire i lifting)…
Nonostante la frase d’apertura, questo di Becchetti non è affatto il solito libro, anzi: premesso che l’economia capitalistica sta toccando ormai (e già da un bel po’) i suoi limiti strutturali, e che «il primo problema di cui oggi un economista anche solo liberale dovrebbe occuparsi è come può la maggioranza debole e dispersa contrastare e arginare il potere di lobby concentrate e aggressive», la cosa fondamentale è non smettere di credere che abbiamo la possibilità concreta di prendere in mano il nostro destino, e governarlo. E non (solo) perché di questa speranza abbiamo bisogno; ma perché ne abbiamo realmente la possibilità, tramite il «voto col portafoglio»: il potere che abbiamo (e ancor di più avremmo se imparassimo a gestirlo in maniera organizzata e collettiva) di incidere sui processi economici preferendo ad esempio le aziende che hanno maggiormente a cuore la sostenibilità sociale e ambientale (e rifiutando i prodotti di chi delocalizza o inquina). Becchetti non offre una soluzione preconfezionata, ma una direzione in cui lavorare, una volta tanto a portata di mano. Senza perdere la speranza.


L. Becchetti, Wikiconomia. Manifesto dell’economia civile, ed. Il Mulino, 2014, pp. 200, euro 15.

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Paolo Calabrò
Laureato in scienze dell'informazione e in filosofia, gestisco il sito ufficiale in italiano del filosofo francese Maurice Bellet. Ho collaborato con l'Opera Omnia in italiano di Raimon Panikkar. Sono redattore della rivista online «Filosofia e nuovi sentieri» e membro dell'associazione di scrittori «NapoliNoir». Ho pubblicato in volume i saggi: – Scienza e paranormale nel pensiero di Rupert Sheldrake (Progedit, 2020); – Ivan Illich. Il mondo a misura d'uomo (Pazzini, 2018); – La verità cammina con noi. Introduzione alla filosofia e alla scienza dell'umano di Maurice Bellet (Il Prato, 2014); – Le cose si toccano. Raimon Panikkar e le scienze moderne (Diabasis, 2011) e 5 libri di narrativa noir: – Troppa verità (2021), romanzo noir di Bertoni editore (2021); – L'albergo o del delitto perfetto (2020), sulla manipolazione affettiva e la violenza di genere, edito da Iacobelli; – L'abiezione (2018) e L'intransigenza (2015), romanzi della collana "I gialli del Dio perverso", edita da Il Prato, ispirati alla teologia di Maurice Bellet; – C'è un sole che si muore (Il Prato, 2016), antologia di racconti gialli e noir ambientati a Napoli (e dintorni), curata insieme a Diana Lama.