(voce di SopraPensiero)

Apple OS X YosemiteIl 2 giugno la Apple ha annunciato le nuove versioni sia di Mac OS X, sia di iOS. Alcune funzioni, come la possibilità di telefonare e inviare normali SMS da Mac, sono immediatamente percepibili, ma si tratta tutto sommato di cose che, prese singolarmente, si possono già fare oggi con apposite app e utility.

Mi pare più interessante il lavoro che è stato fatto “sotto al cofano”, perché tradisce una visione chiara, e probabilmente vincente, del concetto di smartphone.

Apple non ha mai amato i dispositivi economici, fatti con materiali di qualità bassa e con ridotti o ridottissimi margini di guadagno. Ha sempre guardato alla fascia alta del mercato. Questo però le fa correre il rischio di diventare un prodotto di nicchia, come è successo negli anni scorsi con i computer, mentre oggi buona parte dei proventi Apple sono generati dallo store iTunes, che richiede una massa di utenti la più ampia possibile.

Hanno così deciso di proporre l’iPhone come dispositivo “tuttofare”. Già oggi, tutto sommato, se affianchiamo il costo (elevato) di un iPhone a una serie di dispositivi che più o meno tutti noi abbiamo (telefono, macchina fotografica, navigatore satellitare, torcia, orologio, rubrica, ecc.) scopriamo che il costo di tutti questi dispositivi sommati non è poi così lontano da un iPhone. Con il vantaggio, nel caso di un iPhone, di averli tutti in un unico dispositivo e sempre a portata di mano.

Questa strategia però, dall’avvento degli smartphone Android, che fanno più o meno le stesse cose, non basta più. Hanno così deciso, almeno questa è l’impressione che si ricava seguendo il WWDC2014, di mettere ancora di più l’iPhone al centro della nostra vita.

Con l’HomeKit hanno creato un standard per far interagire fra loro i dispositivi “smart” di casa. Tra non molto con l’iPhone potremo regolare luci e temperatura degli ambienti di casa, sorvegliare il garage o la stanza dei figli, impostare allarmi e antifurti, ma anche più semplicemente cambiare canale TV, ascoltare musica, aprire e chiudere porte blindate “tecnologiche” e ogni altra diavoleria “domotica”. Cose che, intendiamoci, si possono fare già oggi, ma in un contesto caotico e poco funzionale, poiché chi produce le serrature elettroniche non si è preoccupato di renderle interoperabili con il comando delle luci, o della porta del garage, o con il termostato, e viceversa.

Con HealthKit potremo tenere d’occhio il peso corporeo, la massa muscolare, il numero di passi giornalieri, la temperatura, il battito cardiaco, la pressione, le calorie bruciate, ecc. I non vedenti avranno nuove modalità di interazione, e anche i non udenti. Di nuovo, tutto con protocolli e modalità di fruizione semplici e razionali. E con una attenzione alla privacy (più volte sottolineata nel corso del WWDC) che il resto del mercato ancora trascura.

Altra direzione intrapresa sempre più decisamente, sostituire le consolle di gioco. Prima introducendo il supporto ai controller remoti (già con iOS 7), ora creando librerie grafiche specializzate per i microprocessori di iPhone/iPad, in grado di stillare ogni goccia di potenza dai dispositivi Apple, e già adesso capaci di prestazioni incredibili. Nel corso della WWDC abbiamo visto un’anteprima del gioco Zen Garden, nella quale una miriade di foglie e farfalle si muoveva con grazia e fluidità. Bella a vedersi, ma al di là della piacevolezza estetica, davvero incredibile se pensiamo che ogni singola foglia e ogni singola farfalla, si muovevano indipendentemente e in base a plausibili calcoli di vento, forza di gravità, influenza reciproca, azioni del giocatore, ecc. Una potenza di calcolo che accorcia sempre più le distanze fra i nostri piccoli telefoni e le consolle, anche di ultimissima generazione.

E poi, ancora, un mercato enorme, che da solo potrebbe eguagliare se non superare gli utili prodotti da tutte le altre iniziative Apple messe insieme: i pagamenti elettronici. Gli addetti ai lavori sanno ormai da anni che il contante avrà un ruolo sempre più marginale, non solo su impulso dei Governi, che vogliono (legittimamente) contrastare traffici illeciti ed evasione fiscale, ma anche perché noi consumatori facciamo crescere sempre di più gli acquisti a distanza e gli acquisti di beni immateriali.

Oggi gli strumenti che abbiamo per pagare in modo elettronico sono incredibilmente primitivi, costosi, complicati e pericolosi. Ma laddove c’è un problema, si sa, ci sono le migliori opportunità di guadagno. Il principale motivo di successo dell’iTunes store è la facilità di pagamento e la percentuale tendente a zero di truffe e furti subiti dagli utenti. Da anni, e con molta prudenza, la Apple mette a punto sistemi di sicurezza più facili da usare (es. TouchID), stringe alleanze, studia i comportamenti degli utenti.

Questo perché sono consapevoli che ormai da tempo non esistono più ostacoli tecnici per pagare in tutta sicurezza via SMS o equivalente, con costi di transizione ridotti o addirittura nulli (da anni in diversi Stati africani i pagamenti si fanno via SMS). I grandi circuiti di carte di credito e le banche principali hanno frenato il più possibile l’avvento di queste nuove modalità di pagamento, che minacciano il loro il primato, ma le mura legislative e regolamentari che garantiscono lo status quo si stanno sgretolando. Presto o tardi, se tutto va bene, potremo pagare un film online o una camicia dal sarto con un tap sullo smartphone, senza bisogno di carte di credito, conto in banca e altre complicazioni. E con costi di commissione ragionevoli o nulli.

Il video del WWDC 2014: http://www.apple.com/apple-events/june-2014/