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(voce di SopraPensiero)Tanta filosofia, teologia, pensiero politico e in definitiva «saggezza», in queste pagine scritte dal parroco di Casal di Principe (CE) poco prima del suo assassinio. Tutto è rapporto di forze, e la sola preghiera non basta. Il cristianesimo, chiamato all’impegno politico e sociale dalla stessa Scrittura, dal dovere della testimonianza e soprattutto dal comandamento dell’amore, non può chiudersi al calduccio delle case o delle parrocchie, ma deve aprirsi ai venti della realtà; anche quando questa si fa bufera. Non servono eroismi isolati e clamorosi, ma l’impegno collettivo vòlto a modificare la mentalità, le abitudini della gente.
Attuali e salutari ancora oggi, le parole del prete-martire casalese, ma ancor più la potenza del suo esempio, ci vengono raccontate da cinque giovani dell’Azione Cattolica di allora, nel volume Amo il mio popolo e non tacerò. Docu-racconto su don Peppino Diana, curato da Francesca Picone, Marisa Diana, Sergio Tanzarella ed edito da Di Girolamo (con le illustrazioni di Carla Manea). Volume rivolto soprattutto ai più piccoli (ma non solo) che intende ripercorrere – senza velleità storiografiche, ma con la passione autentica e vitale di chi lo ha conosciuto di persona – la storia di quell’uomo eccezionale che don Diana è stato.
Nel 1997 – non tanto per un ricordo rimasto vivo, cosa che pur certamente è, quanto a riprova che chi semina bene ottiene molto frutto – l’allora vescovo di Caserta mons. Raffaele Nogaro ha dato vita, insieme a Sergio Tanzarella, alla Fondazione contro l’usura intitolata a «don Peppino Diana».
F. Picone, M. Diana, S. Tanzarella (a cura di), Amo il mio popolo e non tacerò. Docu-racconto su don Peppino Diana, ed. Di Girolamo, 2014, pp. 80, euro 6,90.