La bellezza assoluta di questo libro non si cela nello stile del racconto, seppur magistralmente realizzato dal professor Ziccardi. Ma nella sua gratuità, la storia che racconta è quella di un giovane hacker nordamericano che si batte per la liberazione dei contenuti pubblici, troppo spesso tenuti sotto il controllo delle istituzioni più o meno legate al governo e l’autore, il professor Ziccardi, coerentemente con l’etica del protagonista ce lo cede gratuitamente. Ma non in maniera furbesca, come spesso accade, in cambio di concessioni mistificate di trattamento dei propri dati o profilazioni estremamente invasive, no, il libro è un elementare file pdf, ma è disponibile anche come ebook, liberamente scaricabile e fruibile sotto licenza Creative Commons 4.0 – CC-BY-SA, la più liberale possibile. Ma questo non è banalmente un vantaggio per i soldi che si possono risparmiare per l’acquisto del libro bensì un dono a tutta l’umanità, la condivisione gratuita di un lavoro fatto bene che narra proprio questo: l’estremo sacrificio di un giovane che per questo è morto suicida, follemente perseguitato da un sistema giuridico cieco che non riesce ad andare oltre il rispetto della forma delle leggi senza mai riuscire a imporne la sostanza.
La storia del protagonista, pur nel suo tragico epilogo, è quella di tanti idealisti che, ossessionati dalla correttezza dei propri ragionamenti li portano a compimento a costo di sacrificare la propria vita pur di non contraddirli. Un nobile comportamento indubbiamente ma poco efficace e, forse, nel caso di Aaron indotto da uno sviluppo troppo veloce e fuori controllo.
La sua intelligenza prematura gli permetterà, con alcuni stratagemmi, di entrare, ancora tredicenne, nel tempio della programmazione, il MIT della fine degli anni novanta, il luogo sacro di internet in cui sono stati definiti molti dei protocolli di internet stesso e di collaborare con molti dei sacerdoti della nuova fede. Ma la testa di un ragazzino di tredici anni, per quanto brillante possa essere, non educata alla disciplina del ragionamento ordinato e sistematico rischia di confondere i colleghi di lavoro con gli amici del cuore e di mostrare mondi ideali e giusti dove gli altri vedono solo protocolli, procedure e un modo per guadagnarsi da vivere.
Così, a vent’anni, forse oltre ciò che sarebbe stato giusto succedesse, i ragionamenti di Aaron si radicalizzano ed evolvono in azioni non perfettamente ortodosse. Un fatto che non sfugge al controllo del sistema investigativo americano, particolarmente concentrato in quegli anni sulla lotta al terrorismo informatico. E si sa come funzionano le mode e gli stili di vita dominanti, se vuoi essere un bravo poliziotto, un bravo magistrato, in quegli anni, il modo migliore per farsi notare è occuparsi di pirateria informatica e prendersela con un ragazzino idealista è la cosa più facile ed efficace da fare per giungere ad una rapida e brillante conclusione del processo senza spargimenti di sangue.
Aaron però non è un ragazzino qualsiasi, nessuno lo è, e i suoi pensieri sulle potenzialità della condivisione delle informazioni attraverso la tecnologia sono evoluti nel sogno politico della condivisione della cultura, dell’eliminazione delle barriere sociali attraverso la lotta alla corruzione e ai privilegi di chi può permettersi le informazioni di prima mano. Nella denuncia degli sprechi del sistema. Nella lotta alle sue inefficienze ed ingiustizie. Tutte attività che vede messe in discussione dall’esito del processo a cui viene sottoposto per un ‘furto’ di dati commesso da un terminale collegato dalla stessa rete del MIT di Boston.
Il procuratore distrettuale prende forse un po troppo sul serio le intenzioni del ragazzo, gli prospetta pene di estrema durezza pur di farlo abiurare e lui, per non cedere, non intravvedendo una via di scampo si toglie la vita. Un caso su cui riflettere seriamente, uno dei tanti di persecuzione politica nello splendido occidente, all’interno della società più pulita e democratica del pianeta, politically correct, gay friendly, all inclusive.
Un poeta delle mie parti a tal proposito ha scritto una poesia in dialetto friulano, varietà di Andreis che recita più o meno così:
Non è successo niente ragazzi
Continuare a comprare.
Il libro è liberamente scaricabile all’indirizzo: libri.unimi.it/index.php/milanoup/catalog/book/100