In questi ultimi dieci anni è cresciuto impetuosamente l’intercopertinaesse per Antonia Pozzi e per la sua poesia. Diverse le nuove edizioni dei suoi scritti (in arrivo, presso Àncora, l’edizione rivista e corretta dell’epistolario), molti gli interventi critici in rivista e in volume.
Anche il cinema mostra spiccato interesse. Cinque anni fa la regista Marina Spada ne trasse il film-documentario Poesia che mi guardi (Miro Film, Italia 2009, 50 minuti, con Elena Ghiaurov). In questi mesi è approdato alle sale un nuovo film-documentario, firmato anch’esso da una regista, la lecchese Sabrina Bonaiti insieme a Marco Ongania, della Ecofilm. Anche in questo caso funge da titolo un verso della poetessa: Il cielo in me – Vita irrimediabile di una poetessa – Antonia Pozzi (1912-1938).

L’interpretazione della Spada puntava soprattutto sull’ambientazione metropolitana (la Milano degli anni Trenta e soprattutto le sue periferie) e sulla sorprendente attualità della poesia in una società così diversa come quella odierna.
Il film della Bonaiti e di Ongania opta per uno sviluppo cronologico, riuscendo in fedeltà biografica e interpretativa, frutto di un lungo e appassionato studio. A parte pochissimi dialoghi, i testi sono tessuti sulle parole autentiche (da poesie, diari, lettere) e ci guidano sapientemente nei territori interiori della poetessa, prima ancora che in quelli esteriori; anche questi, per altro, resi con efficacia: la Milano del quartiere di Porta Magenta e delle periferie, l’abbazia di Chiaravalle, il Ticino pavese e soprattutto Pasturo, in Valsassina, dove è sepolta. E le amatissime montagne di tutto l’arco alpino. Perché Antonia ha avuto un rapporto intenso con la montagna e l’alpinismo e averne dato conto è uno dei meriti del film.

L’alternanza – opozzi-backstage-bassa-11perazione audace e rischiosa – di scene ricostruite (con l’interpretazione di Isabella Di Giuda nei panni della Pozzi bambina e di Erika Redaelli in quelli di Antonia giovane) e di interviste di chi la poetessa ha conosciuto, e studiato, e amato risulta convincente e sapientemente dosata. Toccante in particolare la testimonianza di Lucia Castelletti, ultranovantenne, sua antica compagna di giochi. Con alcune scelte interpretative veramente geniali.

Il film è ora in commercio in un cofanetto che contiene anchIL cielo in me_Erikaredaellie la raccolta Poesie pasturesi: una silloge di testi nati o dedicati al paese della Valsassina dove i Pozzi avevano una casa e che divenne luogo cardine della geografia lirica pozziana. Dopo la tragica morte della poetessa e dopo che venne alla luce la sua produzione poetica, molti abitanti del paese chiesero al padre, l’avv. Roberto Pozzi qualcosa di lei. Ora il libro, curato da Onorina Dino, è tornato a vivere arricchito di alcuni testi e di molte fotografie.

Diverse le date in programmazione; la prossima giovedì 15 maggio al Cinema Beltrade di Milano (via Nino Oxilia 10 – 20127 Milano)cropped-locandina-il-cielo-in-me-50x70-rid

P.S.: A ulteriore dimostrazione dell’interesse del cinema italiano sulla poetessa, è noto che Ferdinando Cito Filomarino sta lavorando a un ulteriore film (dovrebbe intitolarsi Antonia). Che, certamente, presenterà un’ulteriore e personale interpretazione. Sarebbe bello, un giorno, vederli in programmazione congiunta, a permettere una pluralità di letture.
Il cielo in me – Vita irrimediabile di una poetessa – Antonia Pozzi (1912-1938)
di Sabrina Bonaiti e Marco Ongania
Italia, 2014 – 67 minutiOLYMPUS DIGITAL CAMERA
Consulenza storica e interviste: Angelo Sala
Fotografia: Aron Amcogain
Sceneggiatura e Montaggio: Sabrina Bonaiti
Con: Erika Redaelli, Isabella Di Giuda, Nicola Bizzarri, Giancarlo Frigerio, Demetrio Locatelli, Sara Manzoni, Anna Orlandi.

In vendita in cofanetto insieme al volume ANTONIA POZZI, Poesie pasturesi, Bellavite, Missaglia (LC) 2014, pp. 80, a 18,00€

Intervista a Sabrina Bonaiti e Marco Ongania, a cura di Tiziana Altea in: http://www.antoniapozzi.it/?p=2206