(voce di SopraPensiero)
Nel nostro mondo «liquido», sempre più incline alla produzione di stimoli diversi in lassi di tempo sempre più compressi (che si riverberano in frammenti di un’esperienza – se non si vuol dire «caotica» – quanto meno «caleidoscopica»), la vita dell’uomo si fa eclettica e progredisce in un modo molto diverso dal passato.
Se prima la linea retta (e dunque il cammino, progressivo in una certa direzione, seppur variabile e parzialmente imprevedibile) si mostrava adatta a rappresentare l’itinerario dell’uomo nel suo sviluppo personale, oggi questa immagine cede il passo a quella dell’«erranza», più idonea a descrivere il procedere degli uomini (in un modello occidentale che tende sempre più a diventare globale) attraverso la rete, l’informazione multimediale, l’e-learning ecc., dove ogni cosa (un video, una canzone, un testo scritto) è occasione d’incremento del bombardamento mediatico cui l’uomo è costantemente sottoposto.
Quale pedagogia si può dare in questa erranza? È ancora possibile formulare una proposta educativa in questo contesto? Ovvero: si dà forse – in maniera insospettabile e feconda – in questa nuova condizione, una ricchezza da scoprire per l’esperienza consapevole?
In effetti, sostiene Alessandra Augelli nel suo ultimo In itinere. Per una pedagogia dell’erranza (ed. Pensa Multimedia), l’idea di non avere un traguardo al proprio cammino può essere foriera di libertà e di una maggiore creatività e autocoscienza. In particolare – spiega l’autrice in duecento pagine scritte con rigore scientifico ma in uno stile piano e chiaro – la metafora dell’erranza aiuta a liberarsi del vecchio paradigma dell’educazione come «accumulazione di conoscenze», in favore di una nuova visione pedagogica basata sull’alleggerimento e sullo sfrondamento del superfluo, finalizzato all’individuazione e alla coltivazione di ciò che è veramente essenziale per la personalità. Basato su una solida bibliografia ma accessibile anche a chi non abbia conoscenze specialistiche in materia.


A. Augelli, In itinere. Per una pedagogia dell’erranza, ed. Pensa Multimedia, 2013, pp. 200, euro 23.

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Paolo Calabrò
Laureato in scienze dell'informazione e in filosofia, gestisco il sito ufficiale in italiano del filosofo francese Maurice Bellet. Ho collaborato con l'Opera Omnia in italiano di Raimon Panikkar. Sono redattore della rivista online «Filosofia e nuovi sentieri» e membro dell'associazione di scrittori «NapoliNoir». Ho pubblicato in volume i saggi: – Scienza e paranormale nel pensiero di Rupert Sheldrake (Progedit, 2020); – Ivan Illich. Il mondo a misura d'uomo (Pazzini, 2018); – La verità cammina con noi. Introduzione alla filosofia e alla scienza dell'umano di Maurice Bellet (Il Prato, 2014); – Le cose si toccano. Raimon Panikkar e le scienze moderne (Diabasis, 2011) e 5 libri di narrativa noir: – Troppa verità (2021), romanzo noir di Bertoni editore (2021); – L'albergo o del delitto perfetto (2020), sulla manipolazione affettiva e la violenza di genere, edito da Iacobelli; – L'abiezione (2018) e L'intransigenza (2015), romanzi della collana "I gialli del Dio perverso", edita da Il Prato, ispirati alla teologia di Maurice Bellet; – C'è un sole che si muore (Il Prato, 2016), antologia di racconti gialli e noir ambientati a Napoli (e dintorni), curata insieme a Diana Lama.