Podcast: Apple Podcasts | RSS
(voce di Luca Grandelis)Contrariamente agli errati e fuorvianti slogan sulla «scienza per la scienza» e sulla «ricerca scientifica disinteressata e neutrale», l’innovazione scientifica (e quella tecnologica da cui è sempre accompagnata) – che introduce nel mondo dell’uomo nuove possibilità e nuovi rischi – comporta sempre l’irruzione di nuovi problemi morali per la società (è il caso lampante di tanti temi di bioetica, da quelli più classici – l’aborto, la contraccezione – a quelli più alla moda – la fecondazione assistita, le staminali – tanto dibattuti).
La bioetica affascina, appassiona, sconvolge. Ne dà conto il bel libro curato da Fabrizio Rufo, dal titolo Il laboratorio della Bioetica. Le scelte morali tra scienza e società (ed. Ediesse, 2011). Che fa il punto della situazione bioetica odierna da punti di vista diversi (giuridico, filosofico, medico, neuroscientifico), tramite l’apporto di tante firme autorevoli e prestigiose, da Giovanni Fornero a Stefano Rodotà, da Carlo Augusto Viano a Giovanni Berlinguer. Spiccano i grandi temi della dialettica fra bioetica religiosa e bioetica laica (con la questione del primato della «qualità» della vita, ovvero della sua «sacralità»); del primato dell’altro (e della sua esistenza concreta e libera) sulla verità; dell’interruzione terapeutica come accettazione dell’ineluttabilità della malattia (contro un’ostinazione a protrarre la cura che si configura invece come rifiuto dello stato di fatto «naturale» in favore di un intervento sfrenato, senza limiti, di stampo tecnico).
Si distinguono i diversi articoli del curatore sulla neuroetica e sul rapporto scienza-democrazia e scienza-etica, oltre al bel saggio di Andrea Majo dal titolo «Problemi bioetici nella metodologia dell’indagine neuroscientifica». Ricco e poliedrico, il libro offre lo spazio ai tanti interventi equilibrati ma anche ad altri più oltranzisti, come quelli apertamente schierati a favore della creazione e manipolazione di materiale genetico umano e della produzione di animali chimerici e di embrioni transgenici. Ma nonostante la differenza anche radicale fra gli approcci e le prospettive, emerge dal volume un’immagine complessiva dell’uomo come di qualcosa che eccede la conoscenza, la comprensione, la rappresentazione, insomma, ogni forma di prevedibilità, catalogazione, definizione esaustiva: la bioetica concerne «l’uomo in quanto anima e corpo, spirito e materia, o se si preferisce organismo capace di azioni e interazioni significanti e simboliche eccedenti il campo d’indagine della biologia», ricorda Uberto Scarpelli nel contributo che apre il volume. Una lettura senz’altro consigliata, anche ai non addetti ai lavori. Stampato con il contributo della Compagnia Assicurativa UNIPOL s.p.a.
F. Rufo (a cura di), Il laboratorio della Bioetica. Le scelte morali tra scienza e società, ed. Ediesse, 2011, pp. 460, euro 22.