Pubblichiamo alcune poesie di Lara Lucaccioni; segue una presentazione della poetessa, curata da Alessandro Cartoni.
1. Risveglio
Troppo calda l’acqua stamattina
mi svapora nei pensieri secchi
di domande all’amo che mi pasce.
Sto aggrappata e il labbro si rigonfia
spingo l’occhio a domandare tregue
dallo specchio che scartella albe di me.
Respiro e non controllo, chiudo rughe
a mastice rappreso. Chiedo al gatto
pareri sulle scarpe rosse. Ed esco.
2. Padre Pio
Mi sono incriptata nella chiesa
scesa tra le strisce dell’inferriata:
guarda la testa che non si posa
che annusa il tanfo miracoloso
e cerca testimoni il teschio e il mento
mezzo d’ossa e mezzo di carne antica
e va aspettando la rivelazione
il segno che già eri e che sarai
spettatore pure dell’altro mondo.
Intanto mia madre si fa metallo
e va an-negando il senso e pure il Cristo
Pasqua ancora d’acqua e altri veleni
e babbo versa quote ai preti inerti
che contano centoni agli occhi stanchi
di chi cercava solo compassione
3.
E mi bevi di liquido bollente
a ghiacci spenti sotto cenere i tuoi occhi
e giochi, il gatto e il topo, e non ho scampo,
solo un patto di carne ed aria e scatti
di bottoni rossi ad asole sfilate
e gite fuori porta i pomeriggi
e notti a sollevare diecimila
veli di Maya arroventati
4. Le età di Lulù
Pallina rossa sulla bocca arsa
e nastro nero che mi benda gli occhi,
sei giunto all’osso non c’è proprio altro
che vertebre che scattano sonore
ed organi a eseguire sacri Requiem
Ed io mi fletto giunchiglia, onda e riflusso,
dilato e prosciugo anse di fiumi
e campi arati e ceneri cosparse.
E cura tu mi attacchi sanguisuga,
di me affamata ancora l’aria e l’ombra
e sangue che confonde il mio col tuo.
Ti so, però, nel buio del mio sguardo
sai di odore, di umido e respiro
e poi hai l’aria sicura, sempre più
ora che stento, non vedo, ma ti so.
Sappi che non conosco altro che te
sotto la pelle, intorno, dentro e fuori
la riconoscerei tra tutte la tua mano
che sola viene a me, ancora sola
5.
Di un privilegio da incontro incantato
di abbracci a serrare ogni spazio
e fondere spine dorsali, canto,
la tua, lunga di serpente, che resta dentro
per giorni e notti, e ancora e ancora a fianco,
cercando nella notte ad una stanza
la mia, che altro non attende ed oltre.
Ti vedo ad occhi chiusi e mi sei accanto
ti muovi lento, cullandomi la testa,
e della voce tua fai mio silenzio,
mio mare evaporato, stella esplosa,
mia notte senz’aurora, miei sorrisi
e suono, o mio strumento. E’ aria.
6.
Non sono dove sono, quando sono
in te, sono mare aperto d’aspetto
e voce umida di ascolto lento
cassetti e biglie lucide e altre lingue
vive, morte, sconosciute a noi amanti
e scatti e silenzi e urla e onde
e gare a dare cura e sere antiche
vuoti a riempirsi di magie di pelle
di giri a non saziare mai il cervello
che dondola sicuro in nostra notte
e ride a crepapelle e non si stanca
7.
Ho grandi spalle sotto i ricci ghiacci,
solo vorrei poter saldare la ferita
densa di quel giorno quando hai detto
che potevi pure sconfinare senza quell’incanto.
E non pensare bene di fare l’intellettuale,
l’ecologista, l’anticonsumista, tanto è uguale,
se poi, quando hai incontrato la bellezza
e l’hai riconosciuta, non l’hai trattenuta.
Ho un credito a venire coi tuoi ceci,
le frittate alle patate, quella luna piena,
le magie di ieri, quella pizza al piatto
poco cotta, tanto è uguale, con le verdure
fresche di giornata e il vino già bevuto.
8. Reset
Tre pagine di word sono bastate
a contenere un anno di tue assenze
son tutti lì, seme più seme, ecco
sono la luna e poi non son nessuno
sono le parti dell’intero, tutte
e poi pezzi di me, così, a casaccio
sono la dea la vergine la strega
e poi quella che non perdona affatto
sono latte carezze baci e lingue
e poi un giro di casa con il gatto
sono le mani tue quando mi stringi
e lacrime sul letto la mattina
9. Le Marche
Sfrigolano le albe e odorano di fritto
accarezza il passo l’abside svettante
e i seni azzurri e il quadro e il sonno sotto
Lara Lucaccioni
Lara Lucaccioni è nata (nel 1974) e vive a Macerata. Laureata in Lettere, ha conseguito nel 2004 il dottorato di ricerca in Storia e Conservazione dei Beni Culturali presso l’Università di Macerata.
È uno dei componenti della «Tribù dalle pupille ardenti», laboratorio di poesia condotto da Alessandro Seri a Macerata, e fondatrice dell’Associazione culturale «Licenze poetiche».
Una selezione di dieci sue poesie è pubblicata nell’antologia «L’opera continua. Antologia di poeti maceratesi contemporanei», curata da Giampaolo Vincenzi per Giulio Perrone Editore nel 2005; altre poesie sono uscite su varie riviste.
Ama molto interpretare le sue poesie e considera il reading uno dei mezzi a lei più congeniali, poiché le permette di coniugare il suo passato di attrice (fondatrice del Teatro Rebis nel 2003) al suo presente di poetessa.
Partecipa inoltre volentieri ai poetry slam, dove spesso si posiziona ai primi posti, e sue poesie sono uscite nella recentissima raccolta «Le voci. La città», curata da Luigi Nacci e Gianmaria Nerli per Cadmo Editore, che contiene i lavori di un meeting di giovani scrittori, tenutosi a Fiesole a giugno 2007, e la prima registrazione audio di uno slam poetry nazionale, condotto da Lello Voce.
Nell’anno scolastico 2007-2008 ha partecipato al progetto «Poesia di classe», promosso dall’ONLUS “Nie Wiem” di Ancona e sostenuto dalla Regione, e ha condotto dei laboratori di poesia all’ITA di Macerata.
Finalista al Premio Fiurlini 2008, ha ideato e performato con successo uno spettacolo di sue poesie con accompagnamento musicale «C’è chi dice è una strega» e ha curato la stagione 2007-2008 di reading poetici del Circolo Arci-Terminal di Macerata.