La maledizione della noce moscata

di Amitav Ghosh

Neri Pozzi editore

In questo libro l’autore indiano realizza un saggio su un alcuni aspetti della situazione ambientale del pianeta mescolando sapientemente, rendendone piacevole la lettura, tecniche da romanzo e resoconto storico.

Il punto zero di tutta la vicenda è l’alba della storia delle compagnie commerciali europee, ed in particolare la compagnia olandese delle indie orientali(VOC), agli inizi del XVII secolo, concentrata sulla vendita delle spezie che arrivavano dal lontano oriente.

Tutto si concentra sullo sfruttamento coloniale dei territori interessati e si estende, nell’incalzante seguito del ragionamento, alla conquista del west degli Stati Uniti e alle politiche energetiche delle principali superpotenze occidentali e dimostra gli effetti di questi primi atti di violenza e soprusi sul futuro assetto socio economico del pianeta.

Ciò che si comprende è come proprio allora, intorno al commercio delle spezie, si gettarono le basi dell’economia planetaria dando il via, con la violenza e l’usurpazione, a quel processo di globalizzazione basato sul futile che ancora oggi non si è arrestato.

La tesi sostenuta dal libro non è affatto celata e, non lo si può negare, più che fondata; segue nel corso dei secoli, la scia di violenza ai danni dei nativi perpetrata prima dalla fede religiosa e presto sostituita dal pensiero scientifico speculativo aprendo le porte a ragionamenti sull’utilità funzionale al profitto della classificazione scientifica delle piante; o allo sviluppo dell’apparato difensivo dei sistemi logistici per il trasporto dell’energia dei paesi occidentali derivato dall’esperienza maturata nei traffici commerciali delle spezie.

Accuse facili da sostenere anche se l’autore trascura alcuni sviluppi che non sono affatto secondari e non sono negativi, ma anche alcune premesse che si sarebbero dovute fare sulle qualità umane di soldati e marinai del XVII secolo. Però lo stratagemma del romanzo impone di soprassedere su queste critiche.

In una lettura comparata della storia è sorprendente come ciò che ha spinto i colonizzatori europei a soggiogare il pianeta, due secoli prima avesse fermato i viaggiatori cinesi, come riportato da Giovanni Vacca nelle “Origini della scienza”, a navigare verso l’Europa perché arrivati in Somalia non vi trovarono altro che spezie e niente di interessante per cui valesse la pena investire tanti soldi in spedizioni.

Un buon libro quindi, in fin dei conti un opinione un po più autorevole di quella di un romanzo ma meno rigorosa di un saggio scientifico.