Marco Castelvetro ed Eleonora Casadio ci guidano alla scoperta dei loro musical, ispirati alla produzione americana

 

“La musica, come la vita , si può fare in un solo modo, insieme”. Sono le parole del compositore Ezio Bosso, che l’Officina della Musica, fondata a Ravenna nel 2013 da Marco Castelvetro ed Eleonora Casadio, ha fatto proprie per dar vita ad una scuola in grado di formare e trasformare, divertire e apprendere, attraverso la musica in un primo tempo e poi aprendosi anche al teatro e al musical.

Proprio a quest’ultima tipologia di spettacolo è dedicato l’approfondimento di oggi parlandone con Marco ed Eleonora.

Eleonora Casadio e Marco Castelvetro –  photocredit Andrea Mingaroni

 

 

 

Quando e come è nata l’Officina della Musica?

Officina della Musica nasce a settembre 2013 da una scelta di coraggio e fiducia.

Con pochi mezzi e tanto entusiasmo, abbiamo creato la nostra scuola: una realtà di ascolto, accoglienza e, appunto, fiducia. Un luogo in cui ognuno possa sentirsi libero di creare e coltivare la propria passione, libero di crescere e conoscersi, seguendo il proprio ritmo”.

Chi sono i fondatori e la loro formazione?

“I principali artefici e ideatori di Officina siamo io, Marco Castelvetro, cantante e ragioniere, ed Eleonora Casadio, batterista. Ma fin da subito, ci siamo avvalsi della preziosa collaborazione di docenti qualificati, didatticamente e umanamente”.

Quanti insegnanti fanno parte del vostro staff attualmente?

“Lo staff di Officina è composto da oltre 27 docenti, ma anche altri preziosi collaboratori che si prendono cura della segreteria, della comunicazione e degli spazi”.

Nella vostra scuola ci sono i corsi dedicati alla musica e quelli che andremo ad approfondire, legati al musical e al teatro. Come sono strutturati?

“Grazie alla condivisione, a incontri fortuiti, a grandi amicizie e, perché no, a un pizzico di follia, sono nati a Officina i corsi collettivi di Musical e Teatro (ma, da un paio di anni, anche di Cinema!) creati per studiare ed esplorare con creatività i vari ambiti dell’arte. Facendo gioco sul lavoro di squadra e, al tempo stesso, ascoltando e rispettando le tempistiche e il percorso artistico del singolo, sono nate nuove sinergie in cui imparare a conoscere se stessi e gli altri”.

Officina della Musica – photocredit Andrea Mingaroni

Ci potete descrivere gli step principali nella realizzazione di un musical, facendo riferimento, magari, a spettacoli già realizzati?

“Il primo musical mai realizzato da Officina fu, a dicembre 2014, A Christmas Carol, il cui ricavato, come quello di tanti spettacoli successivi, fu devoluto interamente in beneficenza. Vista l’inesperienza iniziale è stato forse più uno spettacolo musicale che un musical vero e proprio, in cui recitazione, danza e canto si sono intrecciati sul palco creando nuove energie! Sul come è nato potremmo scriverci un libro ma, sicuramente, posso asserire con certezza che quello, come tutti gli altri spettacoli nati successivamente, sono stati creati dalla condivisione di idee, dalla voglia di sperimentare e da una buona dose di sana audacia!”.

Nel musical si recita cantando. È richiesta una preparazione pregressa nel canto per approcciarsi a questo tipo di recitazione e in generale, quali sono le maggiori difficoltà rispetto alla recitazione in prosa? Quanto tempo richiede la realizzazione di questo tipo di spettacolo?

“Il nostro approccio al Musical è più di tipo americano.

Questo significa che la trama è portata avanti dalla recitazione, dal canto e dal ballo in diversi step, e non in modo operistico, in cui non c’è differenza tra parlato e cantato, e la musica è costantemente presente (vedi Notre Dame de Paris di Cocciante). Così facendo possiamo beneficiare delle unicità di ogni singolo partecipante e amplificarne al massimo il talento naturale (che esso sia il canto, la recitazione o la danza). Nascendo, in primis, come scuola di musica, abbiamo sempre dato molto valore alla musica suonata dal vivo. In ogni nostro musical, ormai da 10 anni, veniamo accompagnati dalla The Jameson Band che, di volta in volta, ri-arrangia i brani scelti per creare una vera e propria colonna sonora dello spettacolo. Questa peculiarità è sicuramente un fiore all’occhiello, anche se va chiaramente gestita dal punto di vista tecnico. Per quanto riguarda le tempistiche, ci è capitato di realizzare, con appunto, forse, fin troppa audacia, musical in soli 3 mesi, ma la tempistica corretta è quella dell’anno scolastico, quindi 8-9 mesi di lavoro”.

Qual’è il vostro musical preferito?

“Abbiamo avuto la fortuna di vedere due musical a Londra, nella via dei teatri, The Lion King e Charlie and the Chocolate Factory, a dir poco stratosferici per qualità artistica e perfezione tecnica. Tra le produzioni italiane direi Mary Poppins e lo stesso Notre Dame de Paris, ormai arrivato al ventesimo anniversario”.

Quale musical avreste voglia di realizzare ma non avete ancora avuto occasione di fare?

“Il prossimo. Scherzo! In realtà all’inizio di ogni anno è sempre una bella avventura conoscere i nuovi partecipanti e creare per loro un musical che possa calzargli al meglio. Tengo a precisare che i nostri musical sono completamente inediti o liberamente ispirati a una storia, ma mai la copia di un musical edito”.

Attualmente da quante persone sono frequentati i vostri corsi, non solo quelli di Teatro e Musical ma anche di Musica?

“Abbiamo concluso lo scorso anno scolastico con oltre 400 iscritti! Un bel numero, visto che alla partenza del 2013 eravamo appena una trentina. Tanta umanità da gestire e incanalare, ma anche tante soddisfazioni”.

Voi vi ispirate, come metodo, al concetto giapponese di Ikigai. Potreste spiegarcelo e dire cosa significa per voi?

Ikigai è quando senti che non potresti che essere in quel posto, non potresti fare che ciò che stai facendo. Si tratta di una missione. Più di un lavoro, più di un piacere, una missione che ti senti chiamato a fare. Ecco, per noi Officina è questo, non potremmo che essere questo, qui e in questo momento. Non vorremmo e non potremmo essere altro”.

Cosa potete raccontare a proposito della vostra prossima produzione teatrale che sarà in scena all’inizio di novembre?

“Il 4 novembre andrà in scena la prima di Wolfgang, l’ultima nostra produzione. Uno spettacolo teatrale, che non vuole essere l’ennesima biografia dell’immenso Mozart, ma una provocazione positiva, che trova terreno sacro e fertile nella vita di un artista immortale. Anche questo spettacolo è nato, come tutti gli altri, dalla voglia di condividere e sperimentare. Ci è infatti stata portata all’attenzione la sceneggiatura scritta da Matteo Tassinari, giovane autore di Forlì e subito, onorati dall’idea di tributare in uno spettacolo teatrale la vita di questo immenso artista, abbiamo costruito una squadra di lavoro con il regista Stefano Pelloni e la coreografa Giulia Costantini, nostri storici collaboratori.

Da qui i provini che hanno dato origine al cast, giovane e promettente, con Davide Dima a vestire i panni di Wolfgang Amadeus Mozart. Siamo felicissimi, inoltre, dopo oltre due anni di stop forzato a causa dell’emergenza Covid, di tornare a dedicare la nostra arte a una causa ancor più nobile. Infatti l’intero ricavato dello spettacolo sarà devoluto in beneficenza ad Ageop, Onlus che si occupa dei piccoli pazienti del reparto di oncologia pediatrica dell’Ospedale di Bologna e delle loro famiglie.

Anna Cavallo

Cover: Officina della Musica – photocredit Andrea Mingaroni