Ermanno Lolli, che con questo contributo inaugura la sua collaborazione con “Paginatre”, recensisce Tana per la bambina con i capelli a ombrellone di Monica Viola, edito da vibrisselibri.
In una celebre sequenza di Fino alla fine del mondo di Wim Wenders, una ragazza riacquista lentamente la coscienza di sé, che aveva smarrito, grazie alla lettura delle vicende della propria vita; una conferma significativa del potere, in questo caso taumaturgico, della Parola. Non mi è dato conoscere la percentuale di autobiografismo del romanzo di Monica Viola, ma chiamato in causa il «patto» tra lettore e autore, diamo per scontato che la verità delle vicende sia preponderante rispetto alla verosimiglianza, e procediamo, considerando dunque il romanzo dal punto di vista di un’autobiografia voluta e necessaria come una pratica salvifica. Tale presupposto di lettura non limita nemmeno un po’ il valore dell’opera, piuttosto la inserisce in un contesto ben messo in luce da Tiziano Scarpa su «L’espresso» di alcune settimane fa, un articolo in cui si chiarisce il quadro di una tendenza assai in voga attualmente in Italia – e non solo – verso la prosa di memoria, verso il resoconto intimo, che può anche pretendere «un salto di qualità nella scrittura». Sempre orientandosi per categorie, è quasi inevitabile il richiamo al genere «romanzo di formazione»: il lettore segue infatti il dipanarsi di una serie di esperienze che coprono l’arco dall’infanzia alla piena adolescenza, un itinerario lungo il quale la protagonista procede ostacolata da atteggiamenti che sconfinano spesso nella coercizione brutale da parte degli stessi familiari, da profonde difficoltà relazionali, e, inevitabili, da acuti sensi di colpa provocati dalla sua ansia di libertà e di affermazione a livello psicologico. Filo conduttore delle vicende è un senso di inadeguatezza che nell’adolescenza si fa consapevole e di fronte al quale la ragazza cerca soluzioni spesso forzate e disordinate, al punto da raccontarsi come una pariolina che frequenta amici di sinistra e che si costringe ad assumere atteggiamenti sempre controversi anche e soprattutto in campo affettivo. I momenti di maggior coinvolgimento del lettore (premesso: la tensione non viene mai meno) sono quelli dei capitoli relativi all’infanzia: lo sguardo è quello di una bambina costretta da subito al disincanto, un piccolo elemento di un organismo polimorfo (la famiglia), in perenne lotta tra le sue componenti per la conquista e il possesso di una madre quasi intangibile; anche gli spazi (le case) ne partecipano, in un vorticare di gesti e azioni, spesso rabbiosamente subite e raccontate, nella più cruda naturalezza, spalmandole (nel primo scioccante capitolo) della parola «odio». Tana è un romanzo breve: l’ampiezza di sviluppo non si addice all’urgenza di sbattere sul tavolo le istantanee del ricordo che hanno però una dolorosa durata: i brevi capitoli, dalla successione martellante, bruciano velocemente le tappe dell’infanzia e di un’educazione sentimentale che si affanna dietro alla ricerca di «adeguatezza e valore»; non può d’altro canto sfuggire la tendenza della scrittura a seguire la scia della crescita della protagonista: se la sintassi della prima parte del romanzo è ricca di fratture, è priva del calore di un fluire di immagini di un film accompagnate dalla melodia di una colonna sonora, nella seconda parte l’articolazione si fa più ampia, mentre la Storia (gli anni Settanta e Ottanta) irrompe nella storia, emergono spunti tragicomici, la tragedia familiare tocca il fondo (le morti della madre e della nonna), ma fa capolino anche un ammiccamento alla vita, un clima più disteso, nonostante la protagonista affermi «non c’è niente di leggero in me, solo pensieri di piombo».
Insomma, potrebbe essere molto interessante leggere questa storia, soprattutto per chi è convinto che quella dell’infanzia sia un’età di assoluta innocenza e che la famiglia «tradizionale» sia una linea del Piave da difendere a tutti i costi; costui potrebbe scoprire con quanta frequenza e ipocrisia la «doppia morale» invada la quotidianità.
Link e approfondimenti
- Il sito di Monica Viola http://www.monicaviola.it
- Il sito di vibrisselibri http://www.vibrisselibri.net
- La recensione a Tana di Guglielmo Pispisa http://www.ztl.eu/?pag=iti&id=151
- La recensione a Tana di Girolamo De Michele http://www.carmillaonline.com/archives/2007/03/002182.html#002182