(voce di SopraPensiero)

In chiusura del XXXIV Seminario di Perfezionamento della Scuola per Librai Umberto e Elisabetta Mauri in programma oggi, a Venezia, Giovanni Peresson (responsabile dell’Ufficio Studi AIE) sintetizza i dati dell’analisi dell’Ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori (AIE) sul mercato del libro 2016 ed evidenzia una situazione paradossale: le vendite vanno bene, i lettori diminuiscono.

Le stime riguardanti il 2016 hanno tenuto conto per la prima volta anche di Amazon, che si afferma come uno dei principali canali di vendita. Ma il dato interessante, anche a questo riguardo, è la stabilità del successo del supporto cartaceo. Il libro tradizionale nel 2016 ha venduto per circa a 1,221 miliardi di Euro di fatturato (+ 1,6 % rispetto al 2015), con gli italiani che preferiscono ancora la libreria tradizionale (crolla la GDO), nonostante l’incremento delle vendite online, con e-book e audiolibri che valgono 62 milioni di Euro, ovvero il 5,1% delle vendite (+21% sul 2015).

Positivo anche il bilancio delle vendite dei dispositivi per la lettura digitale, cui pare che il 10% della popolazione faccia ricorso come supporto. Una percentuale in costante crescita negli ultimi anni, come dimostrano i numeri: 8,9% nel 2015 e 2,9% nel 2010.

Dati incoraggianti quindi, ma paradossalmente in contrasto con quelli riguardanti la lettura, che mostra un passo indietro del 3,1 %. Dai 24,051 milioni del 2015 i lettori scendono a 23,300 milioni nel 2016. Stabile il numero dei cosiddetti “lettori forti” (da 3,298 nel 2015 diventano 3,285 milioni nel 2016) mentre in flessione i deboli e occasionali.
Le fasce più giovani leggono più della media nazionale: il 47,3% dei bambini e ragazzi tra i 6 e i 17 anni legge almeno un libro all’anno, mentre nella restante parte della popolazione la percentuale cala al 39,5%. Fatto però 100 il numero di lettori complessivi, la fascia d’età in cui si registra la crescita maggiore è quello degli Over 60 (+9,6% rispetto al 2010) mentre cala la quota di lettori in età compresa tra i 25 e i 44 anni (-25,4%). Si tratterebbe, secondo l’AIE, delle conseguenze delle trasformazioni demografiche, dell’invecchiamento della popolazione, e dell’onda lunga della scolarizzazione degli anni Sessanta e Settanta.

Male anche il confronto con gli altri Paesi per quanto riguarda il libro di carta. L’Italia presenta infatti il dato positivo inferiore. Regno Unito, Stati Uniti e Russia si attestano, ad esempio, rispettivamente su + 2,5%, +3,3% e +8%.

Dopo la presentazione dei dati, il commento di Peresson si è focalizzato sulla necessità definita come una vera e propria sfida, di “fotografare” il lettore di oggi, di inquadrarlo cioè con maggiore chiarezza, per poter stimolare il mercato.
Nessun accenno, non essendo questo lo scopo dell’intervento, sulla qualità delle proposte.