(voce di SopraPensiero)

La scienza triste. L’orizzonte, il mito, la funzione fondamentale. Con questi – e tanti altri nomi – viene chiamata oggi l’economia capitalistica. Ma forse, più propriamente, la si chiamerebbe col nome di scienza dell’incertezza. È questa infatti la forma nella quale più direttamente e più frequentemente la conosciamo: come flessibilità, precariato e tempo determinato; come crisi finanziaria; come regno in cui tutto può essere vero, ma anche il contrario di tutto (per rendersene conto, basta seguire per non più di venti minuti un qualunque dibattito televisivo). Ma al di là di questo dato fenomenologico, qualcos’altro emerge chiaramente dall’esperienza: l’economia va affermandosi sempre più marcatamente con i connotati della religione, assimilandone un aspetto dopo l’altro (e viene subito da pensare alla «fiducia nei mercati» parallelamente alla «fede in Dio», o all’incontrovertibilità delle sue tesi esposte a mo’ di leggi eterne). Chi sono i sacerdoti di questa nuova divinità, e quale paradisiaca promessa attende il popolo di dio (denaro)?
Gran bel libro questo di Maria Grazia Turri. Uno studio che, parola dopo parola, esamina le distorsioni e le manipolazioni introdotte dall’economia affinché gli uomini credano alla sua versione dei fatti: dove i mercati, ad esempio, non sono mero luogo di scambio regolamentato, bensì soggetto che dovrebbe avere l’ultima parola sulle regole da istituire; la libertà non è possibilità di creare l’inedito, ma diritto all’individualismo e all’illimitatezza (di fronte alla prospettiva cronenberghiana di una «crescita infinita», impossibile non pensare al cancro). Ma chi più ne fa le spese è la razionalità, negata dalla curiosa e devastante insensibilità della «dea» di fronte alla sofferenza di almeno due miliardi di esseri umani che vivono in condizioni di povertà. Tanto da indurre a pensare all’economia come a un «oppio della ragione». Denso e ben scritto, basato su una bibliografia solidissima.


M.G. Turri, Gli dei del capitalismo, ed. Mimesis, 2014, pp. 363, euro 24.

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Paolo Calabrò
Laureato in scienze dell'informazione e in filosofia, gestisco il sito ufficiale in italiano del filosofo francese Maurice Bellet. Ho collaborato con l'Opera Omnia in italiano di Raimon Panikkar. Sono redattore della rivista online «Filosofia e nuovi sentieri» e membro dell'associazione di scrittori «NapoliNoir». Ho pubblicato in volume i saggi: – Scienza e paranormale nel pensiero di Rupert Sheldrake (Progedit, 2020); – Ivan Illich. Il mondo a misura d'uomo (Pazzini, 2018); – La verità cammina con noi. Introduzione alla filosofia e alla scienza dell'umano di Maurice Bellet (Il Prato, 2014); – Le cose si toccano. Raimon Panikkar e le scienze moderne (Diabasis, 2011) e 5 libri di narrativa noir: – Troppa verità (2021), romanzo noir di Bertoni editore (2021); – L'albergo o del delitto perfetto (2020), sulla manipolazione affettiva e la violenza di genere, edito da Iacobelli; – L'abiezione (2018) e L'intransigenza (2015), romanzi della collana "I gialli del Dio perverso", edita da Il Prato, ispirati alla teologia di Maurice Bellet; – C'è un sole che si muore (Il Prato, 2016), antologia di racconti gialli e noir ambientati a Napoli (e dintorni), curata insieme a Diana Lama.