Alla 66° Mostra del Cinema di Venezia Marina Spada ha presentato il film-documentario Poesia che mi guardi (Miro Film, Italia 2009, 50 minuti, con Elena Ghiaurov). Un tentativo di far rivivere la figura della poetessa Antonia Pozzi, nella sua dimensione storica e soprattutto nella sua eredità per il mondo di oggi. Attraverso la poetessa e i suoi «luoghi dell’anima» (Milano, soprattutto), il film della Spada è anche una rivendicazione della necessità della poesia per il nostro mondo tessuto di prosa (spesso mediocre); poesia come strumento di ricerca del senso.
A Venezia il film ebbe discreta accoglienza (non poteva essere un evento da «tappeto rosso», si sapeva; la poesia non lo è mai). Ora l’editore Luca Sassella ci mette a disposizione il DVD, accompagnato da un volume (dal titolo identico) curato da Graziella Bernabò e Onorina Dino. Il testo, progettato in origine come poco più che un fascicolo, si è trasformato in un volume ponderoso, importante specie in questi mesi, in cui l’edizione Garzanti delle opere della Pozzi è esaurita e in attesa di ristampa.
Quattro quinti del libro, infatti, sono riservati agli scritti della poetessa, in edizione non completa ma ricca di novità. Dapprima, naturalmente, le poesie: la raccolta più ricca apparsa fino ad ora dei suoi testi, corretti da refusi e sviste perpetuatesi nelle ultime edizioni garzantiane. Poi l’intero Diario, anch’esso emendato e arricchito di alcune parti finora inedite (nonostante l’ultima edizione – Viennepierre 2008 – fosse di soli due anni fa): pagine intensissime, fondamentali per capire la personalità di Antonia. Seguono una quarantina di lettere tra le più importanti, i due saggi su Aldous Huxley e sei brani della bellissima e ormai introvabile tesi di laurea sulla formazione letteraria di Flaubert (edita da Garzanti nel 1940 e mai più ripubblicata).
Molto utile al lettore anche la sezione Approfondimenti. Con essa, come affermano le curatrici nella Premessa, «non si è inteso ricostruire la «fortuna critica» dell’opera di Antonia Pozzi [ […]]; ma, molto più semplicemente, si è voluto offrire un approccio multidisciplinare alla sua figura, scegliendo scritti di specialisti di diverse discipline, che vanno dalla filosofia (Dino Formaggio, Fulvio Papi e Gabriele Scaramazza), alla psichiatria a indirizzo fenomenologico (Eugenio Borgna), all’italianistica (Graziella Bernabò), alla critica fotografica (Giovanna Calvenzi)» (p. 12). Testi per lo più già editi, ma importanti e fino ad ora sparsi in volumi quasi introvabili. Al termine la bibliografia completa, curata da Tiziana Altea, che continuamente la aggiorna sul sito www.antoniapozzi.it.
Il risultato finale è uno strumento aggiornato e utile per accostare una poetessa attualissima e affascinante, che – dopo anni di disattenzione – sta conoscendo una sorprendente stagione di riscoperta da parte del pubblico e della critica.
Sarebbe ormai tempo che Mondadori le dedicasse un «Meridiano». Nel mentre questo volume la potrà rendere amica e confidente di molti.
Antonia Pozzi, Poesia che mi guardi, Film di Marina Spada (Miro Film, Italia 2009) + volume a cura di G. Bernabò e O. Dino, Luca Sossella Editore, Roma 2010, pp. 650, € 20,00