Romanzo del 1886, è ambientato in gran parte in Roma: la Città Eterna è appena diventata capitale d’Italia ma vive ancora sotto la pesante influenza papale, popolata di figure corrotte e corruttrici, politici governativi ed antigovernativi, spesso pronti a vendersi, in senso letterale, in cambio di influenze politiche ed avallo a prestiti bancari sostanziosi, e non sono poche le situazioni e le figure minori caratteristiche dell’ambiente romano, che popolano il romanzo.
Invece l’onorevole, il protagonista, non è romano, ma di Miralto, immaginaria cittadina lombarda; è Giuliano, giovane conte, dai dolci occhi azzurri, ingenuo e debole, che ha vinto una elezione a deputato offuscata da torbide manovre, e pertanto soggetta all’approvazione di un ricorso presentato dagli avversari. Giuliano si reca quindi a Roma pieno di entusiasmo per la nuova vita da deputato, lasciando al paese la moglie ed il figlioletto.
Intorno all’onorevole ruotano faccendieri, deputati più attenti a manovre e pettegolezzi che al perseguimento di ideali nobili, e nobildonne che manipolano nel proprio salotto la vita personale e politica combinando incontri più o meno segreti, mentre Giuliano si lascia travolgere dall’adulazione e si fida di tutti, senza comprendere chi è sincero, come l’amico cinquantenne ed ex deputato Ruggeri, e chi sta solo manipolandolo, come il giornalista Ferretti.
In un salotto, Giuliano conosce la marchesa Giulia, con cui intreccia una turbinosa relazione, e si lascia convincere a compiere speculazioni che falliscono una dopo l’altra; frattanto vive nel lusso, e gioca nelle bische il suo patrimonio. Quando scoppia lo scandalo dell’Istituto Romano, Giuliano ancora una volta mostra la sua irresolutezza, e se salva l’onore, lo deve all’opera ed ai soldi a lui prestati dall’amico Ruggeri, e dalla moglie, che però lo lascia. Senza soldi, senza famiglia, senza seggio parlamentare, dopo aver tradito ogni sentimento, che farà Giuliano? La decisione, ancora una volta, non la prenderà lui ma qualcun altro.
Sinossi a cura di Gabriella Dodero
Dall’incipit del libro:
Lo stridìo acuto, irritante, dell’avvisatore elettrico della stazione di Miralto annunziava imminente l’arrivo del diretto Milano-Roma, partito in ritardo di venticinque minuti, ritardo annunziato alla folla dei convenuti dal lungo sottoprefetto, al quale, colla dovuta ossequiosa deferenza, aveva riferito il capo stazione, che, deplorando vivamente la cronica inesattezza del servizio ferroviario, gli mostrò il telegramma del collega della stazione vicina.
La folla, pigiata sotto l’angusta tettoja, era divenuta silenziosa; ma al segnale stridente, come elettrizzata anch’essa, si rianimò. Scoppiarono grida unanimi: «Viva il nostro deputato! Viva il deputato di Miralto!»
Le bandiere delle associazioni politiche ed operaje si agitarono, galvanizzate esse pure dallo scampanellìo elettrico, la banda intonò (per modo di dire, perchè era maledettamente stonata) intonò per la centesima volta la marcia reale, e gli intimi del neo-eletto, i grandi elettori, le autorità, distinte nella confusione dal burocratico cappello a tuba, fecero ressa intorno all’onorevole, del quale ognuno si sentiva con compiacenza autore… protettore, in certo modo padrone. Non era la loro creatura?
Era tempo che l’entusiasmo riprendesse, perchè durante l’attesa, prolungata per il ritardo del treno, attesa di pochi minuti che parve un secolo, come un’atmosfera di ghiaccio erasi addensata su quella folla. Gli entusiasmi stancano, come ogni altra sovraeccitazione… Da tre giorni il popolo felice di Miralto non aveva fatto che entusiasmarsi, attingendo lena nelle osterie, le quali mai più, dall’ultima elezione, avevano avuto sì numerosi ed assetati clienti… E poi la giornata era sì funereamente triste! Non un raggio di sole per diradare il fitto nebbione novembrino… Il sole giova anche a riscaldare gli entusiasmi politici delle folle.
Scarica gratis: L’onorevole di Achille Bizzoni.